Dove vuoi andare? A Emmaus o a Gerusalemme? Vivacchi schiavo delle tue paure o coltivi la libertà di realizzare grandi sogni e di inseguire gli orizzonti? Quando parla ai giovani, Papa Francesco sa toccare le giuste corde del cuore. E soprattutto fa capire loro che di fronte hanno qualcuno che sa ascoltarli. Ieri, domenica 17 settembre, il Pontefice si è regalato una giornata in mezzo a loro, una ventata di gioia e di freschezza fuori dagli appuntamenti ufficiali. Nell’aula Paolo VI ha ospitato la 20.ma edizione della festa «Giovaninsieme» accogliendo un gruppo di circa 550 ragazzi e ragazze accompagnati dai frati minori delle Marche.
La festa è organizzata ogni anno per l’inizio dell’attività pastorale a Loreto, dove i frati, in collaborazione con le suore francescane alcantarine, promuovono nella Casa di spiritualità “Terra dei fioretti” numerose iniziative per adolescenti, giovani, famiglie, divorziati e nonni. Quest’anno — in vista del prossimo sinodo dei vescovi dedicato proprio alle nuove generazioni — hanno avuto la gioia di essere invitati dal Papa per festeggiare insieme e dialogare. Un’emozione inaspettata per i ragazzi che si sono sentiti accolti con affetto dal Pontefice, e una gioia per Francesco che, circondato da un abbraccio festoso, ha potuto confrontarsi con loro su temi a lui particolarmente cari.
«Giovaninsieme», in realtà, era cominciata nel pomeriggio di sabato 16 a Loreto con una catechesi sul vangelo della risurrezione, il pellegrinaggio alla Santa Casa e la Messa celebrata insieme all’arcivescovo prelato Fabio Dal Cin. Uno degli organizzatori, padre Roberto de Luca, ci racconta: «Abbiamo finito oltre la mezzanotte. E stamattina partenza alle 4.30 per Roma!».
I ragazzi sono arrivati in Vaticano verso le 8.30 e hanno consumato la colazione nell’atrio dell’aula Paolo VI. Poi hanno iniziato a cantare e a ballare accompagnati dalla loro Shekinà Band. Francesco è arrivato alle 9.30, a piedi, direttamente dalla vicina casa Santa Marta. Accolto dal padre provinciale dei frati minori delle Marche, Ferdinando Campana, il Pontefice ha scatenato subito l’entusiasmo. Il suo primo pensiero è stato quello dell’ospite premuroso: «Ma hanno fatto colazione?» ha domandato. Poi, divertito, ha ascoltato i canti e guardato ragazzi e frati ballare insieme. Tutto era stato preparato per un incontro informale, in famiglia, senza i vincoli del protocollo, con la sedia e il tavolino per il Pontefice posti sotto le scale, al livello delle sedie raccolte in unico settore,
Tutto è andato avanti con semplicità e spontaneità. Accolti da Papa Francesco, i giovani hanno ricambiato “portando” il Pontefice nella loro casa, facendolo partecipe del loro mondo: attraverso un video gli hanno raccontato l’esperienza della recente marcia da Loreto ad Assisi e gli hanno offerto quattro doni legati proprio a quei giorni di intensa vita comunitaria. Innanzitutto il bastone del pellegrino: un bastone particolare, dal quale pendono dei fili con dei nodi. Ogni nodo, ha spiegato padre Alessandro, «rappresenta un volto e una preghiera affidata ai marciatori». Subito Francesco si è lasciato coinvolgere e, con gesto spontaneo, ha intrecciato anche lui un nodo, come suggello di un cammino condiviso. Due ragazzi hanno poi portato un vaso contenente la terra dei paesi colpiti dal terremoto e quindi la statua della Madonna di Loreto che è stata pellegrina proprio in quelle zone. Da Loreto ad Assisi: l’ultimo dono è stato un crocifisso realizzato da Roberta Giulini sulla base del celebre crocifisso della Porziuncola.
Dopo un canto di invocazione allo Spirito Santo, è cominciato un momento di ascolto della parola di Dio, con la lettura del salmo 121 e poi del passo dei discepoli di Emmaus narrato dal vangelo di Luca. È stato proprio questo il brano sul quale Papa Francesco ha incentrato la catechesi per i giovani ospiti. Riflessioni portate avanti a braccio, coinvolgendo di tanto in tanto i ragazzi con domande e provocazioni («Vuoi diventare adulto o restare bambino?») per sollecitarli a uscire da loro stessi, a prendere in mano le loro vite, a diventarne protagonisti.
Dopo la preghiera del Padre nostro, il Pontefice ha impartito ai presenti la benedizione che ha concluso la prima parte dell’incontro, continuato in piazza San Pietro con la recita dell’Angelus domenicale.
I ragazzi hanno ripreso a cantare e a ballare alle 14.30 finché, mezz’ora dopo, il Papa è tornato tra loro. La compostezza della mattina, complice il clima creatosi, si è sciolta immediatamente in uno spontaneo abbraccio collettivo. Francesco si è ritrovato immediatamente circondato da un capannello di persone. Padre Alessandro, emozionato e felice, al microfono ha detto al Papa: «La gioia cresce sempre più. Tutto questo è vero?…». Durante la presentazione del progetto pastorale il Pontefice ha scherzato con i frati e con suor Armanda, in un clima di allegria che ha coinvolto tutti. Poi si è voltata pagina ed è cominciata la serie di domande. Adolescenti, giovani, una famiglia, si sono alternati davanti a Francesco per chiedergli delle risposte. Quesiti importanti, sulla vita, la fede, la vocazione, l’amore, la famiglia. Il chiasso festoso ha ceduto il passo al silenzio. I ragazzi ascoltavano attenti, catturati dal Pontefice che li interpellava. E la consegna di Francesco, prima di terminare l’incontro intorno alle 16.30, è stata chiara: «Andate sulle strade della vita senza paura! Con gioia e speranza».
di Maurizio Fontana dell’Osservatore Romano