“Il problema della protezione efficace della dignità dei minori nel mondo digitale” è un nuovo e gravissimo fenomeno “caratteristico del nostro tempo”. E’ quanto ha affermato Papa Francesco rivolgendosi ai partecipanti al Congresso internazionale “La dignità del minore nel mondo digitale” promosso a Roma dalla Pontificia Università Gregoriana.
Si deve operare concordemente – ha aggiunto – per proteggere la dignità e i diritti dei minori.
“Dobbiamo farlo con decisione e con vera passione, guardando con tenerezza a tutti i bimbi che vengono al mondo, ogni giorno e sotto ogni cielo, bisognosi anzitutto di rispetto, ma anche di cura e di affetto per poter crescere in tutta la meravigliosa ricchezza delle loro potenzialità”.
Il Vangelo – ha ricordato il Pontefice – ci parla “dell’affetto e dell’accoglienza di Gesù per i bambini” che prende fra le braccia e benedice:
“E le parole più dure di Gesù sono proprio per chi dà scandalo ai piccoli: ‘Conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare’ (Mt 18,6). Dobbiamo dunque dedicarci alla protezione della dignità dei minori con tenerezza ma anche con grandissima determinazione, contrastando con tutte le forze quella cultura dello scarto che oggi si manifesta in molti modi a danno soprattutto dei più deboli e dei più vulnerabili, come sono appunto i minori”.
Il “digital world” – ha osservato il Santo Padre – è un nuovo mondo che suscita ammirazione e fascino ma anche “timori e forse paura”. In pochi decenni – ha spiegato il Papa – sono stati trasformati “il nostro ambiente di vita e il nostro modo di comunicare e di vivere”. Si stima siano oltre 800 milioni i minori che utilizzano Internet. Che cosa – ha chiesto il Papa – trovano nella rete?
“Dobbiamo avere gli occhi aperti e non nasconderci una verità che è spiacevole e non vorremmo vedere. Del resto, non abbiamo forse capito abbastanza in questi anni che nascondere la realtà degli abusi sessuali è un errore gravissimo e fonte di tanti mali?”.
E sono molti – ha spiegato Papa Francesco – i “fenomeni gravissimi” che dilagano nella rete, nelle “sue regioni oscure”. Tra questi, la diffusione di “immagini pornografiche sempre più estreme perché con l’assuefazione si alza la soglia di stimolazione”. Ma anche “il crescente fenomeno del sexting” con l’invio di immagini esplicite “fra i giovani e le ragazze che usano i social media”. Un’altra pratica dilagante è quella della “sextortion”, usata da cyber criminali che, per estorcere denaro, si dichiarano pronti a pubblicare foto o video compromettenti per la vittima. Altri fenomeni gravissimi – ha ricordato il Papa – sono “l’adescamento dei minori a scopo sessuale tramite la rete” e “il bullismo che si esprime sempre più online”.
A questi gravissimi fenomeni si aggiungono gli “spaventosi crimini dell’organizzazione online del traffico delle persone, della prostituzione, perfino dell’ordinazione e della visione in diretta di stupri e violenze su minori commessi in altre parti del mondo”. Di fronte a tutto questo – ha affermato Francesco – “restiamo certamente inorriditi” e “disorientati” anche perché lo sviluppo delle nuove tecnologie “mette fuori gioco le generazioni più anziane”, rendendo difficilissimo o quasi impossibile il dialogo intergenerazionale. Nessuna autorità nazionale da sola, inoltre, “si sente capace di controllare le dimensioni e lo sviluppo di questi fenomeni”.
“Ma non dobbiamo lasciarci dominare dalla paura, che è sempre una cattiva consigliera. E nemmeno lasciarci paralizzare dal senso di impotenza che ci opprime di fronte alla difficoltà del compito. Siamo invece chiamati a mobilitarci insieme, sapendo che abbiamo bisogno gli uni degli altri per cercare e trovare le vie e gli atteggiamenti corretti per dare risposte efficaci”.
“Dobbiamo aver fiducia – ha aggiunto il Papa ricordando un altro passaggio dell’Encliclica Laudato si’ – che è possibile allargare nuovamente lo sguardo, e la libertà umana è capace di limitare la tecnica, di riorientarla e di metterla al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale”. Il Papa esorta poi a promuovere una mobilitazione efficace. Ma si devono decisamente contrastare “alcuni possibili errori di prospettiva”. Il primo è quello di “sottovalutare il danno che viene fatto ai minori” dai gravissimi fenomeni legati ai lati oscuri della rete. Il secondo errore consiste nel pensare che “soluzioni tecniche automatiche”, “filtri costruiti in base ad algoritmi sempre più raffinati” siano sufficienti per fronteggiare i problemi. Il terzo errore di prospettiva riguarda l’errata “visione ideologica e mitica della rete come regno della libertà senza limiti”.
Errori che si inseriscono in un contesto in cui “la diffusione della pornografia sempre più estrema e degli altri usi impropri della rete non solo causa disturbi, dipendenze e gravi danni anche tra gli adulti, ma incide effettivamente anche sull’immaginario dell’amore e sulle relazioni tra i sessi”. “E sarebbe una grave illusione pensare – osserva Francesco – che una società in cui il consumo abnorme del sesso nella rete tra gli adulti sia poi capace di proteggere efficacemente i minori”. Per quanto riguarda la Chiesa Cattolica, il Papa ricorda che “negli anni recenti è diventata sempre più consapevole di non aver provveduto a sufficienza al proprio interno alla protezione dei minori”:
“Sono venuti alla luce fatti gravissimi di cui abbiamo dovuto riconoscere le responsabilità di fronte a Dio, alle vittime e alla pubblica opinione. Proprio per questo, per le drammatiche esperienze fatte e per le competenze acquisite nell’impegno di conversione e purificazione, la Chiesa sente oggi un dovere particolarmente grave di impegnarsi in modo sempre più profondo e lungimirante per la protezione dei minori e la loro dignità, non solo al suo interno, ma in tutta la società e in tutto il mondo; e ciò non da sola – perché evidentemente insufficiente – ma dando la propria collaborazione fattiva e cordiale a tutte le forze e le componenti della società che si vogliono impegnare nella stessa direzione”.
Il Papa ha detto infine che in moltissime occasioni e in tanti Paesi diversi i suoi occhi incontrano quelli dei bambini:
“Essere guardati dagli occhi dei bambini è un’esperienza che tutti conosciamo e che ci tocca fino in fondo al cuore, e che ci obbliga anche a un esame di coscienza. Che cosa facciamo noi perché questi bambini possano guardarci sorridendo e conservino uno sguardo limpido, ricco di fiducia e di speranza? Che cosa facciamo perché non venga rubata loro questa luce, perché questi occhi non vengano turbati e corrotti da ciò che incontreranno nella rete, che sarà parte integrante e importantissima del loro ambiente di vita?”.
L’impegno, indicato dal Santo Padre, è dunque quello di lavorare insieme “per avere sempre il diritto, il coraggio e la gioia di guardare negli occhi i bambini del mondo”.
Prima del discorso del Pontefice una ragazza irlandese di 16 anni, a nome dei minori del mondo, ha presentato al Papa la Dichiarazione di Roma, adottata dai partecipanti al primo Congresso mondiale “Child Dignity in the Digital World”:
“Io Le offro questo storico documento a nome di milioni di giovani di ogni parte del mondo, che devono essere informati e molto maggiormente protetti dai rischi di abuso sessuale e da altre forme di abuso in internet. Per dirla con le Sue stesse parole, noi crediamo che una società possa essere giudicata da come sono trattati i suoi bambini. Ogni bambino ha diritto alla dignità e alla sicurezza. Tuttavia, oggi milioni di bambini sono oggetto di abuso e di sfruttamento in tutto il mondo. La tecnologia, che ha cambiato le nostre vite in tanti modi così positivi, viene usata anche in misura crescente per lo sfruttamento dei bambini.
Le sfide sono enormi, ma la nostra risposta non deve essere la depressione e lo scoraggiamento. Dobbiamo lavorare insieme per cercare soluzioni positive, costruttive per tutti. Dobbiamo assicurare che tutti i bambini abbiano un accesso sicuro a internet per sviluppare la loro formazione, le loro comunicazioni e connessioni. Le compagnie che operano nel campo delle tecnologie e i governi devono continuare a innovare per migliorare la protezione dei bambini. Dobbiamo anche sollecitare le famiglie, i vicinati, le comunità di ogni parte del mondo e gli stessi bambini perché siano più consapevoli dell’impatto esercitato da internet sui minori”.
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Fonte it.radiovaticana.va