Dalle parti di Crotone è ormai un idolo, forse qualcosa in più, tanto che prima di ogni partita gli veniva dedicato un coro con annessa preghiera: “Sia santificato il tuo piede, dacci anche oggi il tuo gol quotidiano…”. E poi tutti insieme: “Ante, Ante Budimir”. Entusiasmo alle stelle, risalente a qualche tempo fa, quando il gigante croato trascinava il Crotone ad una storica promozione in Serie A.
Devozione pura, come quella dell’attaccante per Sant’Antonio da Padova: “Una cosa che mi è sempre rimasta in testa è la sua vita. Sono credente, per me è importante: mi dà equilibrio”. Ante Budimir è così come lo si vede: ragazzo semplice, anche un po’ timido. Sicuramente umile. Testimonianze di chi l’ha conosciuto bene: prima la fede, poi tutto il resto. Non solo Sant’Antonio, appena può va in una piccola chiesetta sul lungomare, dedicata alla “Beata Vergine del Rosario di Pompei”. Lì ha anche conosciuto un gruppetto di signore anziane con cui ha stretto amicizia e che va a spesso a trovare. Ragazzo dalla porta accanto: lo ricordavano così a Crotone, e così lo ritrovano ancora oggi.
Un anno di lontananza non ha cambiato l’attaccante arrivato dalla Germania: con il trasferimento alla Sampdoria aveva perso il fiuto del gol, il ritorno in Calabria glielo ha restituito. Prima rete in A con la Fiorentina nel turno precedente e ora la doppietta che ha regalato la vittoria contro il Bologna: “Siamo sulla buona strada. Dobbiamo lavorare come stiamo facendo per cercare di raggiungere al più presto il nostro obiettivo. Dobbiamo cercare di farcela il prima possibile e non all’ultimo come lo scorso anno”. Budimir is back, ma è come se non se ne fosse mai andato. Almeno nei pensieri dei tifosi del Crotone, che lo hanno prima amato alla follia, poi visto partire destinazione Genova. Poche presenze e zero gol, in blucerchiato Budimir non ha mai convinto, tanto da decidere di tornare dove tutto è iniziato. A Crotone lo hanno accolto a braccia aperte. E pensare che quando era arrivato nel 2015 non lo conosceva nessuno. Scontato visto il suo passato: dopo un avvio positivo in patria con le maglie di Inter Zaprešić e Lokomotiv Zagabria, sembrava essersi perso in Germani con il St Pauli, che lo aveva addirittura dirottato verso la squadra riserve.
L’intuizione del ds Ursino di portarlo in Calabria ha fatto il resto: 16 gol in B e prima storica promozione in A del Crotone conquistata. Tanti applausi e accostamenti importanti: ‘Il cigno di Zenica’ per i tifosi del Crotone e ‘il nuovo Mandzukic’ in patria, anche se la maglia della nazionale croata ancora deve indossarla. Potrà farlo a breve se continuerà con questi ritmi, senza però mettere da parte la vita privata. Ragazzo con la testa sule spalle Budimir: nonostante gli impegni non ha rinunciato agli studi di Economia. Ancora pochi esami e poi sarà dottore: “È un po’ come per il calcio: vedevo la Serie A in tv e pensavo fosse impossibile giocarci. Lo stesso con l’università: poi ho provato e ora mi manca poco. Mi aiuta a staccare dal calcio. Ed è una cosa che mi resterà per la vita”. Così come il legame con Crotone, la città che sta imparando ad amarlo per la seconda volta.
servizio di Giacomo Chiuchiolo