La macchina da guerra della pansessualizzazione e omosessualizzazione forzata e dell’indottrinamento alla follia del gender procede inesorabile attraverso la nuova educazione di Stato. Ai Giuristi per la Vita arrivano quotidiane segnalazioni e richieste di aiuto da tutta Italia. Si tratta di casi per i quali si può dire, davvero, che la realtà supera la fantasia più fervida. Solo pochi esempi, pescando nel mucchio di posta. In una materna di Perugia impongono ai bambini di scambiarsi i vestiti con le bambine, in modo che imparino ad essere “genericamente” elastici, visto che prima o poi dovranno scegliere cosa sentirsi. A Milano nei corsi di aggiornamento insegnano alle maestre di asilo che ai bambini va spiegato che non solo la gallina, ma anche il gallo fa l’uovo, cosicché se qualcuno ha due papà non si turba oltremisura, visto che non deve sentirsi “discriminato”. In alcune scuole materne già hanno introdotto il “gioco del dottore”: i bambini sono costretti a spogliarsi per esplorare il proprio corpo e quello altrui. Tutto questo penetra nelle scuole di ogni ordine e grado attraverso i cavalli di Troia della neolingua politicamente corretta. Le locuzioni apparentemente neutre di: contrasto al bullismo e alle discriminazioni, educazione alla diversità, alla affettività e alla sessualità, nascondono programmi di autentico sovvertimento delle categorie logiche e naturali su cui si fonda da sempre la società umana. Di fronte a simili follie, al criminale sfregio all’infanzia, alla rapina a mano armata dell’innocenza e del senso del pudore dei piccoli, cosa possiamo fare? Educare i bambini nonostante le difficoltà che si incontrano a vivere una serena ed equilibrata affettività familiare. I minori, non hanno bisogno tanto di insegnamenti, ma di genitori che li vogliono bene. Ricetta semplice, ma efficace!
Alcuni studi –afferma Manuel Half-, rilevano alcuna differenza tra i bambini adottati dagli omosessuali e quelli adottati dalle coppie eterosessuali. Tuttavia abbiamo già segnalato uno studio del 2001 il quale ha evidenziato come «decine di studi sui bambini allevati da genitori omosessuali sono stati male interpretati, per ragioni politiche in modo da non attirare le ire degli attivisti omosessuali o incoraggiare la retorica anti-gay». E’ palese come i ricercatori riconoscano che il campo d’indagine è troppo giovane, i numeri sono troppo pochi, troppe le variabili. Nel 2008 si è scoperto inoltre che «certi risultati potenzialmente negativi potrebbero essere stati oscurati da effetti soppressori». Tuttavia, «le differenze sono state osservate, tra cui alcune prove che suggeriscono come l’orientamento sessuale dei genitori potrebbe essere associato all’orientamento sessuale dei bambini in seguito e l’attaccamento dello stile di vita dell’adulto. Inoltre, ricerche più recenti sulla genitorialità gay e lesbica continuano ad essere viziate da molte limitazioni, compresi gli effetti soppressori trascurati».
Intanto, si profila, un altro grave problema che riguarda la mercificazione della donna, con l’utero in affitto, e la maternità surrogata. “Nel 2010 è stata recepita una risoluzione del Parlamento europeo che condanna gli ovocidi. Il nostro ordinamento vieta i percorsi della maternità surrogata, sono vietati e sono duramente sanzionati”. Le coppie che lo fanno all’estero, una volta tornati in Italia “incorrono in pesanti problemi legali. L’Italia ha fatto propria una direttiva Ue con la quale si riconosce la maternità surrogata come grave violazione del corpo della donna, come sfruttamento dei regimi produttivi”. Il ministero della Salute “aumenterà l’impegno e sarà volto a informare i cittadini della maternità surrogata come sfruttamento delle donne e che consegna il neonato al committente. Il ministero è sempre impegnato a combattere lo sfruttamento del corpo umano e delle sue parti”. Ha risposto così il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo a un’interpellanza urgente a prima firma Eugenia Roccella che chiede quali iniziative il governo intenda adottare “per contrastare nella dimensione interna e internazionale questa odiosa forma di sfruttamento del corpo di donne povere, indotte dallo stato di indigenza ad accettare di portare avanti una gravidanza per conto terzi, sapendo di dover consegnare il figlio ai committenti dopo il parto“. “In Italia – ha aggiunto De Filippo – il bambino deve essere registrato subito dopo la nascita” e il nostro Paese ha fatto propria “la Convenzione dei diritti dell’uomo che considera contrario alla dignità umana la vendita del corpo umano. Secondo la convenzione i bambini hanno il diritto a essere accuditi e a sapere quali sono le sue origini”. E conclude: “Molte delle disposizioni di riferimento sono contenute nella legge 40 del 2004 che sanziona la maternità surrogata come la fecondazine eterologa e sanziona coloro che applicano la fecondazione assistita se non sono coppie maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi e minorenni”. a cura della Redazione Papaboys