Papa Francesco saluta il Perù e rientra in volo verso il Vaticano. Il velivolo della Compagnia cilena Latam, B767, è decollato dall’Aeroporto internazionale di Lima alle 18.58 (ora locale), in Italia le 00.58 del 22 gennaio.
L’arrivo all’Aeroporto di Ciampino, questo lunedì 22 gennaio, è previsto per le 14.45 circa. Poi, il rientro in Vaticano, con il passaggio probabile, nella Basilica di Santa Maia Maggiore, come consuetudine, per il saluto alla Beata Vergine come ringraziamento.
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L’ultimo grande incontro di questo 22esimo viaggio apostolico di Francesco è la Santa Messa celebrata nella Base Aerea Las Palmas di Lima. E qui sembra raccogliersi tutto il Perù per salutare il “Papa amico”, portatore di pace. Qui, dalle mani alzate di un milione e 300 mila fedeli, tra i colori delle bandiere, prendono il volo le speranze dei giovani, i sogni degli anziani. Francesco, instancabile, non lascia nessuno senza il suo abbraccio e poi nell’omelia ripete a gran voce di non avere paura perché Dio è con tutto il popolo, si lascia incontrare nella vita quotidiana, nell’intimità delle mura domestiche, ma anche “nel rumore assordante delle strade polverose”.
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Ciao, #Peru ??! #ModoPapa #ElPapaEnPeru #ElPapaEnElPeru #FranciscoEnPeru pic.twitter.com/KuWHQAhABQ
— Antonio Spadaro (@antoniospadaro) 21 gennaio 2018
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Un milione e 300 mila fedeli all’ultima Messa del Papa in Perù. Francesco richiama ancora alla speranza e sfida giovani e anziani a mettersi in cammino per sostituire agli spazi di sfiducia e fuga, città di incontro e solidarietà. L’antidoto alla globalizzazione dell’indifferenza è vivere nell’oggi l’amore per Dio e per il prossimo
Eppure a volte, nota il Pontefice nell’omelia, sapere che Dio è in movimento sembra non bastare e accade come per Giona, mandato a convertire i Niniviti, di perdere fiducia, di voler fuggire o nascondersi di fronte alle tante situazioni di dolore e ingiustizia che stritolano le nostre città.
Guardando la città potremmo cominciare a constatare che ci sono vi sono cittadini che ottengono i mezzi adeguati per lo sviluppo della vita personale e familiare, però sono moltissimi i “non cittadini”, i “cittadini a metà” o gli “avanzi urbani” che stanno ai bordi delle nostre strade, che vanno a vivere ai margini delle nostre città senza condizioni necessarie per condurre una vita dignitosa, e fa male constatare che molte volte tra questi “avanzi umani” si trovano volti di tanti bambini e adolescenti. Si trova il volto del futuro.
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A cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys