Femministe radicali e membri dei collettivi antisistema di Madrid hanno aggredito ieri, presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università Complutense, un gruppo di universitari del movimento ecclesiale Comunione e Liberazione (Clu) che stavano distribuendo un volantino sulla questione dell’aborto e del progetto di legge del ministro Ruiz-Gallardón in materia, restrittivo rispetto alla legge del 2010 voluta dall’allora governo Zapatero, che ha fatto dell’aborto un vero e proprio diritto. Il volantino presentava un manifesto – un testo articolato di 6.300 battute -, recante il titolo “Es bueno que tú existas” (“È una cosa buona che tu esista”). Il contenuto precisa che «noi cristiani non dobbiamo imporre nulla alla società», ma anche che «non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana», e che «il progetto di legge del ministro Ruiz-Gallardón deve essere accolto come un importante passo avanti, perché sopprime l’aborto come diritto e torna a mettere tutti i fattori sul tavolo, parlando del non nato (proteggendolo in conformità a quanto stabilito dalla sentenza del Tribunale Costituzionale) e della donna incinta, e affrontando il problema, come minimo, in chiave di conflitto di interessi».
Cosa dice il volantino-. Nella prima parte, il manifesto afferma che «quel che una donna desidera di più, il suo primo “diritto”, non è “liberarsi” di una vita che la infastidisce, ma amare ed essere amata, in modo tale che possa accogliere con lo stesso amore il fatto imponente di una nuova vita che cresce nel suo seno. Quanto più si sottolinea astrattamente il diritto della donna a decidere sul suo corpo, tanto più la si abbandona a una solitudine contraria alla sua stessa natura. La nostra esperienza ci dice che siamo liberi quando amiamo e siamo amati, cioè quando abbiamo bisogno e dipendiamo dall’affetto di un altro». Nella parte finale, poco prima dell’affermazione secondo cui «noi cristiani non dobbiamo imporre nulla alla società», si legge che «per recuperare fiducia nella vita, e per tanto la capacità di accoglierla e rispettarla dal primo istante in cui sorge, abbiamo bisogno di incontrare un amore incondizionato, l’amore di qualcuno che abbracci la nostra vita con tutte le sue domande e difficoltà. Come fece Gesù di Nazareth, che seppe accompagnare la solitudine di una madre vedova e restituirle il suo figlio morto con queste parole: “Donna, non piangere”». “Vi rompiamo la testa”. Le femministe e gli estremisti, dopo aver apostrofato di fascisti gli studenti del Clu e avere minacciato di «rompergli la testa», se non avessero desistito dal volantinaggio, sono passati alle vie di fatto. Una femminista ha preso a strattonare una ragazza che distribuiva i volantini ed è riuscita infine a gettarglieli a terra. Subito dopo la stessa cosa è accaduta agli altri universitari del gruppo. A quel punto i ragazzi del Clu hanno raccolto i volantini sparsi al suolo e se ne sono andati, non prima però di distribuirne ancora qualcuno ad alcuni studenti abortisti che ne facevano richiesta per dimostrare la loro solidarietà con gli aggrediti sulla base del principio della libertà di espressione. Libertà che ieri all’Università Complutense di Madrid è stata platealmente calpestata. diRodolfo Casadei
Vi proponiamo il video della contestazione: Aborto. Universitari Cl contestati a Madrid