Salmo 23 . Di Davide. Il buon pastore
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
2 su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
3 Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
4 Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
5 Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
6 Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.
Questo salmo è forse il più famoso e sicuramente amato da molti, ed è stato composto da Davide, “il soave cantore di Israele”.
Un salmo questo che abbiamo cantato tantissime volte nella liturgia della Messa, per esprime la gioia serena, fiduciosa di un’anima che ha trovato la pace della mente e del cuore. Nei molti anni in cui Davide si era preso cura delle pecore, aveva imparato che questi animali sono indifesi e richiedono un’attenzione particolare, continua, in una terra dove gli animali predatori vagavano liberamente, dove nell’ambiente dei pascoli, insidie sono nascoste ovunque. La sua esperienza di pastore di greggi, la tramuta in preghiera di lode a Dio.
“Cospargi di olio il mio capo.” era un linguaggio figurativo in cui Dio mantiene sano il suo gregge. Mentre bruca, la pecora può ferirsi con oggetti contundenti nascosti nell’erba. Inoltre ci sono i rovi che graffiano e le spine che lacerano il suo manto. Alla fine della giornata, le pecore sono stanche e sfinite, ma il pastore le aspetta sulla soglia del l’ovile e mentre entrano, le esamina attentamente.
Se trova delle ferite, il pastore applica dell’olio per ammorbidirle e disinfettarle, cosi, anziché infettarsi, le ferite guariscono in fretta.Inoltre Ci sono cespugli che si aggrovigliano nelle teste delle pecore e questi vogliono liberarsi daloro fino alla morte. Ci sono orribili mosche che tormentano le pecore mettendo le uova nel loro naso che si trasformano in larve e portano le pecore a colpire la testa contro le rocce cercando di liberarsene, il che spesso li porta a morire. Le loro orecchie e gli occhi sono anche suscettibili agli insetti che li tormentano. Ecco perché il pastore unge la sua intera testa con olio. E così hanno pace. Quell’olio forma una barriera di protezione contro il male che cerca di distruggere le pecore.