Barbara Castelli – Città del Vaticano
La famiglia quale “protagonista della vita sociale”; e l’educazione delle nuove generazioni, da portare avanti con il sostegno “complementare” della scuola e degli insegnanti. Sono questi i temi al centro del discorso che Papa Francesco rivolge ai membri dell’Associazione italiana genitori, ricevuti in aula Paolo VI. A quanti da 50 anni, secondo “i principi dell’etica cristiana”, sostengono “i genitori nel loro compito educativo”, il Pontefice esprime parole di riconoscenza e incoraggiamento.
“L’attenzione con cui, come associazione, vigilate sui pericoli che insidiano la vita dei più piccoli non vi impedisca di guardare con fiducia al mondo, sapendo scegliere e indicare ai vostri figli le occasioni migliori di crescita umana, civile e cristiana”.
Una nuova alleanza educativa tra genitori e scuole
La scuola “da sempre costituisce il principale partner della famiglia nell’educazione dei figli”, ancora oggi, nonostante un venir meno della fiducia tra le due istituzioni: la famiglia, infatti, sembra non apprezzare più “come un tempo il lavoro degli insegnanti – spesso mal pagati – e questi avvertono come una fastidiosa invadenza la presenza dei genitori nelle scuole”. Papa Bergoglio, raccontando anche un aneddoto personale, auspica un’inversione di rotta, con una collaborazione generosa tra le parti.
“Per questo vi invito a coltivare e alimentare sempre la fiducia nei confronti della scuola e degli insegnanti: senza di loro rischiate di rimanere soli nella vostra azione educativa e di essere sempre meno in grado di fronteggiare le nuove sfide educative che vengono dalla cultura contemporanea, dalla società, dai mass media, dalle nuove tecnologie”.
Per educare un bambino ci vuole un villaggio
Se, da una parte, “è giusto lamentare gli eventuali limiti” dell’azione degli insegnanti, dall’altra “è doveroso stimarli come i più preziosi alleati nell’impresa educativa”. Di qui, l’invito di Papa Francesco a “realizzare un dialogo costruttivo”, a coltivare un “aiuto reciproco”, secondo un “saggio proverbio africano”: “Per educare un bambino ci vuole un villaggio”.
“Senza comunicazione frequente e senza fiducia reciproca non si costruisce comunità e senza comunità non si riesce a educare”.
La società sia a misura di famiglia
Il Pontefice assicura anche il sostegno e l’aiuto della Chiesa in questo delicato cammino, contribuendo “a eliminare la solitudine educativa delle famiglie” e rendendo “tutta la società un luogo a misura di famiglia, affinché ogni persona sia accolta, accompagnata, orientata verso i veri valori e messa in grado di dare il meglio di sé per la crescita comune”.
“Cari genitori, i figli sono il dono più prezioso che avete ricevuto. Sappiatelo custodire con impegno e generosità, lasciando ad essi la libertà necessaria per crescere e maturare come persone a loro volta capaci, un giorno, di aprirsi al dono della vita. Insegnare ai vostri figli il discernimento morale, il discernimento etico: questo è buono, questo non è tanto buono, e questo è cattivo. Che loro sappiano distinguere”.
Cinquanta anni di impegno
L’AGe – Associazione italiana genitori – nasce nel 1968 grazie all’impegno di alcuni genitori, coordinati da Ennio Rosini e animati da un forte senso civico e da una grande passione a favore della famiglia, della scuola, dell’educazione. Oggi è una federazione di oltre duecento associazioni locali, rappresentative di tutte le regioni italiane. L’AGe opera prevalentemente nella formazione dei genitori, negli organismi di partecipazione scolastica, nelle politiche della famiglia, con il fine principale di promuovere quanto è necessario per il bene dei figli, sotto il profilo sociale, culturale, etico, fisico e psicologico.