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Il Santo di oggi – 12 Ottobre – San Serafino da Montegranaro (Religioso)

Ad Ascoli, san Serafino da Montegranaro (Felice) de Nicola, religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che, vero povero, rifulse per umiltà e pietà.

San Serafinio

Serafino nacque nel 1540 a Montegranaro nelle Marche. Era povero: per un periodo fece il custode di gregge. A 18 anni entrò in convento a Tolentino. Fu accolto come religioso fratello nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e fece noviziato a Jesi.

LA VITA

Peregrinò per tutti i conventi delle Marche, perché, nonostante la buona volontà e la massima diligenza che poneva nel fare le cose, non riusciva ad accontentare né superiori, né confratelli, che non gli risparmiarono rimproveri. Ma egli dimostrò sempre tanta bontà, povertà, umiltà, purezza e mortificazione.

Nel 1590 Serafino si stabiliva definitivamente ad Ascoli Piceno. Due i «libri» fondamentali per lui: il crocefisso e la corona del rosario con cui si faceva messaggero di pace e di bene. Aveva 64 anni e la fama della sua santità si diffondeva per Ascoli, quando egli stesso chiese con insistenza il viatico. La morte lo colse il 12 ottobre 1604.

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Dopo essere spirato, semplice anche nella morte, la voce del popolo che lo diceva santo giunse anche alle orecchie del Papa Paolo V, il quale autorizzò l’accensione di una lampada sulla sua tomba. Fu canonizzato da Clemente XIII il 16 luglio 1767. (Avvenire)

Etimologia: Serafino = colui che infonde calore, dall’ebraico

Martirologio Romano: Ad Ascoli, san Serafino da Montegranaro (Felice) de Nicola, religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che, vero povero, rifulse per umiltà e pietà.

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A 18 anni bussò alla porta del convento di Tolentino. Dopo alcune difficoltà, fu accolto come religioso fratello nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e fece noviziato a Jesi.

Peregrinò, si può dire per tutti i conventi delle Marche, perché, nonostante la buona volontà e la massima diligenza che poneva nell’espletamento dei compiti che gli venivano affidati, non riusciva ad accontentare né superiori, né confratelli, che non gli risparmiarono rimproveri, ma egli dimostrò sempre tanta bontà, povertà, umiltà, purezza e mortificazione.

Negli uffici che esercitò di portinaio e di questuante, a contatto con i più svariati ceti, sapeva trovare parole opportune, squisita delicatezza di sentimenti per condurre le anime a Dio.

Nel 1590 San Serafino si stabiliva definitivamente ad Ascoli Piceno. La città si affezionò talmente a lui che nel 1602, essendosi diffusa la notizia di un suo trasferimento, le autorità scrissero ai superiori per evitarlo.

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