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A Medjugorje né la neve né la pioggia fermavano i giovani del gruppo di preghiera di Ivan

A Medjugorje né la neve né la pioggia fermavano i giovani del gruppo di preghiera di Ivan

Durante tutto l’anno a Medjugorje, il gruppo di preghiera di Ivan, composto sopratutto da giovani, saliva sul monte della grande Croce a pregare; lo facevano anche d’inverno, quando il tempo non era certamente clemente. Salivano sul monte quando lo chiedeva la Madonna, in qualunque condizione climatica.

 

A volte, anche nelle ore tarde della notte, o col freddo, o con la pioggia, o con la neve; mai nessuno di loro, con tutto il freddo preso si ammalava. Forse perché erano tutti giovani, o  forse perché la Gospa li proteggeva.

Lei chiedeva preghiere e sacrifici per i Suoi progetti, e loro aderivano senza discussioni. Salivano anche quando la neve scendeva copiosa e ricopriva le rocce e il sentiero; oppure quando soffiava forte il vento di Bora.

L’aveva chiesto la Madonna, non si tiravano indietro! Ci furono delle volte che, arrivati in cima, la Bora soffiava talmente forte che per resistere dovevano starsene seduti a terra, rannicchiati uno accanto all’altro, al riparo dietro al basamento della croce.

A Medjugorje ne la neve, ne la pioggia

Erano incontri che comportavano dei sacrifici, ma non mancava loro la gioia per quanto stavano facendo. E la Madonna, tramite il veggente, manifestava la sua soddisfazione per le loro preghiere, e spesso li ringraziava perchè  avevano accettato quel sacrificio, nonostante il maltempo. In effetti, sarebbe stato molto più conveniente pregare standosene a casa, al caldo!

 

LA MADONNA SORRISE 

Una volta la Madonna, tramite il veggente Ivan, li invitò a salire sul monte Krizevac. Erano le tre di notte e faceva veramente molto freddo.

Nonostante si fossero protetti con vestiti pesanti, che tenevano bene il caldo, con tanto di sciarpa e berretto, quella volta era veramente così freddo che tremavano vistosamente.

Ci fu l’apparizione e la Madonna andò via. I ragazzi  non scesero subito, ma restarono in quel luogo a pregare ancora tre corone del rosario, come aveva chiesto loro la Madonna.

La prima corona riuscirono a concluderla, anche se il freddo era intenso. Poi però il gelo aumentava e non riuscirono più a resistere.  Il sonno, oltre che il freddo fece il resto, desideravano intensamente di poter scendere verso casa.

Pregavano, ma pensavano anche al caldo di casa, e piano piano si lasciavano andare al sonno.  A metà del secondo rosario, la Madonna tornò ad apparire. Li ringraziò per quanto avevano fatto, e disse che non potevano pregare così, perciò potevano tornare in paese e terminare il rosario nelle loro case.

Mentre scendevano, rattristati per non essere stati capaci di resistere alla fatica, Ivan li tranquillizzò, dicendo che aveva visto la Madonna tornare a sorridere, perché aveva letto il dispiacere che avevano nei loro cuori.

La Madonna vede nel nostro cuore, vede le nostre intenzioni, il desiderio di pregare nonostante le nostre debolezze e la nostra stanchezza.

Comunque come diceva Padre Pio: “E’ meglio un rosario detto in fretta che un rosario non detto” Preghiamo anche se siamo assonnati, se siamo stanchi, perché la fatica e il sonno delle volte ce lo fa notare il demonio, per staccarci dalla preghiera.

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