Papa Francesco parla della morte questa sera a Tv2000
Papa Francesco ricorda il Diavolo, Eva e invita a riflettere sulla morte. “È un momento non facile – afferma – ma pensare alla morte come fine del cammino è una realtà”. “Durante una vita di peccato – precisa – uno dice di sapere che morirà, ma non ci pensa. È un’ illusione. E così come l’Ave Maria incomincia con la grande verità della salvezza, finisce con la grande verità della condizione umana, frutto del peccato”.
La pace
Nel momento della morte, aggiunge Papa Francesco, “chiederei a Maria di starmi vicina e di darmi pace”. E nel dialogo con don Marco Pozza rivela di aver fatto l’esercizio della ‘buona morte’ che un tempo si praticava all’interno dei seminari proprio per abituarsi alla morte. “Si cominciava a chiedere pietà al Signore – ricorda il Papa – ma c’era proprio la descrizione del momento della morte. Quando incomincia il sudore si dice: ‘Gesù misericordioso abbi pietà di noi’. Era l’usanza di quel tempo, era realistico”.
I giovani e la cultura ‘gassosa’
Papa Francesco rivolge un pensiero anche ai giovani e alla loro sensazione di solitudine e di abbandono. “Con la nostra cultura e le nostre proposte – spiega – abbiamo sradicato quei giovani. Gli abbiamo fatto fare una cultura senza concretezza, una ‘cultura liquida’ per usare una formula di un filosofo; anzi io direi ‘gassosa’, senza radici. Penso che la nostra civiltà sia colpevole. I giovani oggi hanno bisogno di radicarsi. Maria non ha mai perso le proprie radici”.
La giustizia
Francesco si sofferma anche sul suicidio: “il suicidio – dice – è un po’ chiudere la porta alla salvezza. Ma sono consapevole che nei suicidi non c’è piena libertà”. Infine, un accenno all’espressione ‘sorella morte’ usata da San Francesco d’Assisi. “Mi piace pensare alla morte come l’atto di giustizia finale. Il peccato paga questo, ma apre la porta per la redenzione dall’altra parte. Convivere con la morte non è della mia cultura, ma ognuno di noi ha la propria e può farlo”.
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