Nuovo tweet di Papa Francesco in questo giorno: “Accogliamo nel Bambino Gesù l’amore di Dio e impegniamoci a rendere il nostro mondo più umano, più degno dei bambini di oggi e di domani.“(28 dicembre 2018)
Anche nel giorno del Natale, durante la Benedizione Urbi et Orbi, Papa Francesco aveva chiesto di lavorare e pregare per un mondo più umano, specialmente per i bambini.
I pastori, «uomini umili ma vigilanti», sono un «esempio per i credenti di ogni tempo che, di fronte al mistero di Gesù, non si scandalizzano della sua povertà, ma, come Maria, si fidano della parola di Dio e contemplano con occhi semplici la sua gloria».
Nel tradizionale messaggio natalizio «Urbi et Orbi», prima di impartire dalla loggia centrale della basilica vaticana la benedizione ai fedeli presenti in piazza S. Pietro e a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione, il Papa – come aveva fatto durate la messa della notte di Natale – ha ricordato che i pastori sono i primi, dopo Maria e Giuseppe, a cui il Bambino si è rivelato. Il Natale «si rinnova oggi nella Chiesa, pellegrina nel tempo», ha esordito il Papa: «La fede del popolo cristiano rivive nella liturgia del Natale il mistero di Dio che viene, che assume la nostra carne mortale, che si fa piccolo e povero per salvarci.
E questo ci riempie di commozione, perché troppo grande è la tenerezza del nostro Padre». I pastori, che «riconobbero il segno annunciato loro dagli angeli e adorarono il Bambino» – ha spiegato Francesco – «di fronte al mistero di Gesù, non si scandalizzano della sua povertà, ma, come Maria, si fidano della parola di Dio e contemplano con occhi semplici la sua gloria». «Davanti al mistero del Verbo fatto carne – ha affermato il Papa – i cristiani di ogni luogo confessano, con le parole dell’evangelista Giovanni: ‘Abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità’».
Nei bambini che soffrono riconosciamo il volto del Bambino Gesù.
«Oggi, mentre sul mondo soffiano venti di guerra e un modello di sviluppo ormai superato continua a produrre degrado umano, sociale e ambientale, il Natale ci richiama al segno del Bambino, e a riconoscerlo nei volti dei bambini, specialmente di quelli per i quali, come per Gesù, non c’è posto nell’alloggio».
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