Nel 1994 i Viaggi Apostolici di Giovanni Paolo II furono in totale 4, ed ebbero come meta Zagabria (Croazia), Lecce, Catania e Siracusa ed infine Loreto. La Croazia come tutti gli altri Stati era appena uscita dalla terribile dittatura che aveva causato migliaia di vittime innocenti. La Chiesa croata, si è sempre schierata dalla parte degli ultimi, difendendo i diritti fondamentali dell’uomo non solo quelli dei cristiani. Le figure di spicco di quel tempo come il Cardinale Alojzje Stepinac, che pagò di persona la sua coraggiosa testimonianza al Vangelo. Simbolicamente la visita di Papa Woityla, voleva essere un incoraggiamento a non scoraggiarsi davanti alle difficoltà. La via della pace è la strada migliore da percorrere: “Le attuali tragiche divisioni e tensioni non devono far dimenticare che sono molti gli elementi che uniscono i popoli oggi in guerra, ed è urgente e doveroso raccogliere tutto ciò che unisce – e non è poco – per ricostruire con esso nuove prospettive di fraterna solidarietà. La pace nei Balcani – desidero affermarlo con forza in questo momento di sofferenza – non è utopia! Essa si impone anzi come prospettiva di realismo storico!”. Le parole pronunciate da Giovanni Paolo II, hanno sostenuto i fragili equilibri su cui era iniziato il cammino di rinnovamento in quella particolare terra: “Per secoli i popoli di queste regioni si sono reciprocamente accettati, sviluppando molteplici scambi nell’ambito dell’arte, della lingua, della scrittura, della cultura popolare. E non è forse una ricchezza comune anche la tradizione di tolleranza religiosa che, nell’arco di quasi un millennio, non è venuta meno neppure nei periodi più oscuri? No, non è lecito attribuire alla religione il fenomeno delle insofferenze nazionalistiche che sta imperversando in queste Regioni! Ciò vale non soltanto per i cristiani delle diverse confessioni, che oggi Dio chiama a un impegno straordinario per raggiungere la piena comunione, ma anche per i credenti delle altre religioni, in particolare i musulmani, che hanno consolidato nei Balcani una loro cospicua presenza, nel quadro di una rispettosa e civile convivenza. La fede, in queste regioni oggi così provate, deve tornare ad essere forza unificante e benefica come i fiumi che le attraversano. Penso al fiume Sava, che nascendo in Slovenia attraversa la vostra Patria, correndo lungo la frontiera tra la Croazia e la Bosnia ed Erzegovina, per confluire, in terra serba, nel Danubio: altro grande fiume che unisce la terra croata e quella serba da una parte con altri grandi paesi dell’Europa orientale, centrale ed occidentale. Due fiumi che si incontrano, come sono chiamati a fare i tanti popoli che essi congiungono, come soprattutto devono fare le due espressioni del cristianesimo, quella occidentale e quella orientale, che in queste terre da sempre convivono”.
Video della visita di Giovanni Paolo II a Siracusa:
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