Medjugorje. Jelena Vasilj: ‘Il Santo Rosario è un vero cammino di conversione!’
“Tante persone solo dopo essere arrivate a Medjugorje hanno imparato a tenere la corona del rosario tra le mani, senza aver mai saputo prima persino come usarlo. È infatti nel contatto con la corona che molti cominciano a “toccare” l’amore di Maria, un amore che fa scattare quel misterioso meccanismo che si chiama conversione.”
Parla Jelena Vasilj alla quale nel 1982, la Regina della Pace si è rivolta attraverso locuzioni interiori (Locutio cordis) Dal 1983 al 1987, attraverso il suo gruppo di preghiera, la Madonna stessa dava consigli al movimento di preghiera che si è formato fin dall’inizio delle apparizioni. Continua dicendo:
“Ciò che avviene è un vero e proprio contatto, è la manifestazione di una presenza che la preghiera del Rosario media. Così, imparando a tenere la corona, si tiene per mano Maria, ed insieme a Lei si comincia a percorrere un cammino.
È un cammino di gioia, di dolore, di gloria e di luce, un cammino che ha come obiettivo suo figlio Gesù. Maria si fa dunque compagna su questo cammino che Lei stessa ha percorso, e si presenta come maestra che in continuazione ci sollecita e guida il nostro passo.
Del Rosario, infatti, si può dire che è una sintesi della nostra fede. Quando lo prega il cristiano si mette in ascolto ed è come se permettesse a Maria di insegnargli quei misteri della vita di Cristo che solo Lei capiva.
Ogni volta è un annuncio del “Mistero”, o del kerigma, è come se ogni volta permettessimo che il Vangelo ci venga annunciato.
Il Rosario, in sostanza, è lo strumento più amato dalla Madonna per la nostra evangelizzazione. Mentre lo contempliamo esso nello stesso tempo genera in noi stupore. È una notizia che fa traboccare un senso di meraviglia dentro di noi.
Allora i nostri occhi si staccano dal “cammino” e si concentrano su ciò che c’è in Lei: Maria diventa l’oggetto della nostra attenzione così che il Rosario non lo contempliamo solo con Lei ma in Lei.
E così ogni “Avemaria” è un annuncio del Mistero che si incarna in Lei, il Mistero della nostra salvezza che Lei vive dentro di sé; e così Maria diventa la “causa della nostra letizia”.
Questo atteggiamento, apparentemente difficile, è fondamentale nella preghiera: sentire che il Mistero viene a me e mi solleva dall’angoscia quotidiana causata dalla mia piccolezza o da quella degli altri.
È un Mistero, Maria ne è testimone, che non solo viene a me ma vuole essere me. Anch’io come la Santa Vergine sono invitato ad essere una madre del Mistero che si vuole incarnare dentro di me.
Così, tramite una continua contemplazione e interiorizzazione Maria – come Madre nostra – genera il Verbo di Dio, Gesù in noi. È qui che vuole arrivare il Rosario.
Dio desidera unirsi a noi, si fa carne nella carne di Maria perché si verifichi un’unione con la nostra umanità. Un’unione che cambia la nostra umanità, non in modo magico ma attraverso la croce in gloria, “di gloria in gloria” – direbbe s. Paolo – in immagine o icona di Dio: “Siate perfetti come è perfetto il padre vostro”, ci ricorda ancora l’Apostolo.
Il primo passo è naturalmente la recita del Rosario. Il peggiore Rosario è, in ogni caso, quello non detto.
Dobbiamo avere il coraggio di far tacere le tante voci dentro di noi che richiedono la nostra attenzione. Presentiamole a Dio all’inizio della nostra preghiera e lasciamo che Dio ci illumini anche su di esse, che ci porti dalla preoccupazione alla perfetta pace.
Una volta raggiunta la pace l’anima godrà del suo Creatore e si distenderà alla sua presenza. Quanto più proficui diventano anche il nostro lavoro e i nostri rapporti quando ci riposiamo nella preghiera!
Mentre preghiamo il Rosario è bene leggere anche la Sacra Scrittura da cui è essenzialmente desunto. È vero che esso ne richiama alcune parti che costituiscono il nocciolo del mistero, ma questo “nocciolo” è solo una pregustazione del tutto, così che non soltanto la Scrittura aiuta a pregare il Rosario, ma è il Rosario che rivela la Scrittura.
Infine, possiamo dire che il Rosario è una preghiera non solo di comunione con Dio ma anche con gli altri. Alternandosi a vicenda le voci diventato come un coro di diverse armonie che, come un’unica voce – segno di unità – s’innalza a Dio.
La Madonna desidera infatti che lo preghiamo soprattutto in famiglia al mattino o alla sera. Bisogna chiedere a Dio l’amore per il Rosario e a Lei, alla Regina del Santo Rosario, chiediamo di farci scoprire le glorie.
Fonte: Eco di Maria nr. 168