Il 1996 si apre per Giovanni Paolo II con un impegnativo Viaggio Apostolico in America Latina dal 5 al 12 Febbraio. Toccò i seguenti paesi: Guatemala, Nicaragua, El Salvador, Venezuela. Le dittature avevano appena cessato di spadroneggiare sul popolo. Le ferite aperte erano tantissime. In El Salvador qualche anno prima, la Chiesa aveva pagato un prezzo altissimo con l’assassinio di Mons. Romero. La morte dell’Arcivescovo salvadoregno segnò un punto di non ritorno per tutti i cristiani nella testimonianza della fede. Giovanni Paolo II, celebrando l’Eucarestia, nella spianata “Siglo XXI”, indicò al popolo e al clero la strada della conversione come momento fondamentale per iniziare una nuova vita: “Trascorsi gli anni più tristi della vostra storia recente, vale la pena di chiederci con le parole dell’Apostolo Giacomo: “Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?” (Gc 4, 1). Anche voi vi siete chiesti a volte: Che cosa è successo in questa terra benedetta, in questa nazione cristiana di El Salvador? Quali sono state la causa e la radice di tanti mali? Nel vedere tante sofferenze, non possiamo escludere, come causa ultima, il peccato che è nel cuore dell’uomo né le responsabilità personali e sociali di quanti hanno contribuito al protrarsi di una situazione di conflitto e di odio. Per questo tutti insieme dobbiamo chiedere perdono al Signore. Ma è evidente anche che la vostra Nazione fa parte dei Paesi fratelli dell’America centrale. In questa area del Continente negli ultimi anni si è svolta una continua lotta, di vasti interessi strategici, per far prevalere, anche con sistemi violenti, ideologie politiche ed economiche opposte, come il marxismo e il capitalismo sfrenati, ideologie che essendo estranee al vostro carattere e alla vostra tradizione di valori umani e cristiani, hanno lacerato il tessuto della vostra società e hanno scatenato gli orrori dell’odio e della morte. Sono ideologie che nella loro espressione più radicale non rispettano la persona, nella quale è inscritta l’immagine del Creatore, e giungono a volte ad attentare violentemente al carattere sacro della vita umana. Quanti lutti e quante lacrime, quante morti violente si sarebbero potute evitare se, rinunciando all’egoismo e senza cedere a tali ideologie e sistemi, tutti avessero intrapreso un cammino di giustizia, di autentica fraternità, di progresso sociale. Se guardiamo indietro è per implorare la misericordia divina sulle vittime della guerra e per invitare tutti, come hanno fatto i vostri Vescovi con la loro Lettera pastorale “Reconciliaos con Dios” (28.II.1992), a perseverare in questo atteggiamento fondamentale di riconciliazione, fonte di perdono e di solidarietà fraterna. Lo facciamo anche per ricordare coloro che hanno dato efficace impulso al processo di riconciliazione anche a prezzo del sacrificio della propria vita. Con l’aiuto del Signore, sono ormai trascorsi gli anni infausti e tristi che hanno seminato odio e distruzione e inferto ferite dolorose, ancora aperte, nella convivenza sociale e nelle famiglie. Questo periodo ha ostacolato il progresso delle popolazioni più povere ed emarginate in cerca di una maggiore integrazione sociale e di prosperità. Inoltre ha distrutto molte famiglie, disperso molte popolazioni, sacrificato molte vite innocenti. Per questo non posso fare a meno di gridare: Mai più la guerra! Che la vera giustizia generi sempre la pace!”.
Video Viaggi Apostolici del 1996:
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Video dei Viaggi Apostolici del 1996:
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