Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Aiutava gli emigrati venezuelani don Carlos Ernesto Jaramillo assassinato la sera di lunedì 18 febbraio a sud della capitale colombiana di Bogotà. E’ accaduto intorno alle 19, ora locale, nel quartiere Tierra Buena di Patio Bonito, nella località di Kennedy, e le autorità stanno ancora indagando. Finora dalle testimonianze rese dai residenti nel complesso condominiale in cui il sacerdote viveva, i responsabili sarebbero proprio alcuni giovani seguiti dal religioso, e il movente sarebbe un tentativo fallito di furto.
Agguati brutali e poca sicurezza
Ancora il denaro potrebbe essere all’origine dell’uccisione violenta anche di un altro sacerdote, questa volta in Africa esattamente in Madagascar. Una morte brutale sulla quale forte è la presa di posizione della Chiesa locale. Padre Nicolas Ratodisoa lavorava al centro di formazione Soanavela e la sera del 9 febbraio scorso vi stava facendo ritorno in motocicletta dopo aver portato l’Eucarestia ad un malato. I rapinatori dopo aver estorto al sacerdote del denaro gli hanno sparato alle spalle, lo hanno malmenato e prima di andarsene, gli hanno sparato nuovamente colpendolo alla spina dorsale. Con il religioso nell’agguato è stata uccisa una seconda persona e otto sono gli arresti effettuati tra presunti responsabili.
La Chiesa locale rimarca “un’eccessiva mancanza di sicurezza nel Paese” invitando la polizia e tutti i responsabili ad agire più efficacemente.
Mons. Odon Marie Arsène Razanakolona, arcivescovo di Antananarivo, ha annunciato che presenterà un esposto contro la morte del sacerdote sottolineando che la Gendarmeria nazionale della città non ha risposto alla richiesta di soccorso della popolazione, giungendo sul luogo del delitto con notevole ritardo. La popolazione di Mahitsy – nella regione di Analamanga, zona centrale del Madagascar- si era già lamentata per la mancanza di intervento delle forze dell’ordine in occasione di altri attacchi nelle vicinanze della loro città. Alcuni gendarmi dell’area intanto sono indagati mentre è stato rimosso dal suo incarico il responsabile della Gendarmeria di Mahitsy
Clima di insicurezza e di violenza anche in Colombia dove l’uccisione di don Carlos si somma a quella di circa 431 leader sociali e difensori dei diritti umani assassinati a partire dal 2016. Nei giorni scorsi parlando a Vatican News mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, direttore del segretariato nazionale di Pastorale sociale – Caritas Colombiana denunicava una “situazione molto confusa, molto difficile focalizzata su alcune aree, ma che ha un impatto su tutto il Paese” e indicava “bande che agiscono sia nelle campagne che nelle città”.