Papa Francesco: ‘Il chiacchiericcio è come una bomba atomica: ha il potere di distruggere!’
Un pomeriggio intenso quello di Papa Francesco a Labaro, nella periferia nord di Roma. La visita del Pontefice alla parrocchia di San Crispino da Viterbo ha dato molto da fare al parroco, Don Luciano Cacciamani, che ha accolto Papa Francesco questo pomeriggio nella sua realtà piccola, ma tanto generosa.
Papa Francesco è arrivato alle 16 circa, accolto da tutta la comunità parrocchiale, dal cardinale vicario Angelo De Donatis e dal vescovo ausiliare di settore, monsignor Guerino di Tora.
Prima, l’incontro di Papa Francesco con i bambini del catechismo ed i ragazzi del post-cresima. I più piccoli lo accolgono con un canto e leggono una letterina preparata per l’occasione, mentre i più grandi pongono al Santo Padre alcune domande, chiedono consigli e provano a sciogliere dubbi. Poi, l’incontro quello con i poveri e i senza fissa dimora, seguiti dalla Caritas parrocchiale e dalla Comunità di Sant’Egidio e infine quello con i malati ed i disabili.
Era il 28 marzo 1993 quando San Giovanni Paolo II visitò la parrocchia di Labaro. Si fermò anche lui con i bambini, con il Consiglio Pastorale, con i gruppi neocatecumenali, con i giovani.
Oggi questa parrocchia abbraccia di nuovo il Capo della Chiesa. Papa Francesco celebra poi la Santa Messa. Per consentire ampia partecipazione, nello spazio davanti alla parrocchia è allestito un maxischermo.
Papa Francesco inizia la sua omelia parlando del Vangelo odierno. “Io voglio soffermarmi su una parabola soltanto che Gesù ci propone oggi: perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? “
“Questo vuole insegnarci il Signore: non andare criticando gli altri, non guardiamo i difetti altrui, guardiamo i nostri – dice a braccio Francesco nella sua omelia – No padre io non ne ho, ma tutti abbiamo difetti. Siamo abituati un po’ per la forza della gravità dell’egoismo di guardare solo i difetti altrui. Subito troviamo i difetti degli altri e ne parliamo. Sparlare degli altri sembra dolce, ci piace. E’ una cosa brutta. Non è una cosa nuova, dal tempo di Gesù si faceva questo”.
“Siamo specialisti a trovare il difetto degli altri; noi siamo abituati a non vedere solo i nostri difetti – continua ancora il Pontefice a Labaro – se voi andrete su questa strada sarete degli ipocriti. Gesù lo diceva ai farisei, ai dottori della legge, che facevano una cosa e ne dicevano un’altra. Gesù fugge da questa ipocrisia. Questa è una cosa che non finisce qui. Il chiacchiericcio va oltre, semina discordia e inimicizia, semina il male. Con la lingua incominciano le guerre. E’ come una bomba atomica. Prima di sparlare gli altri, prendi uno specchio e guarda te stesso”.
Il Papa conclude la sua omelia con un invito e dei consigli: “Sarebbe tanto bello che in Quaresima pensasse a questo. Come mi comporto con la gente? Com’è il mio cuore davanti alla gente? Sono un ipocrita? Ci sono due medicine. Il primo rimedio è la preghiera e poi mordersi la lingua”.
Sul sagrato, appena fuori la chiesa, Francesco fa un saluto alla popolazione:” Grazie per la vostra accoglienza, mercoledi inizia la quaresima, vi auguro una buona quaresima. Vi chiedo una preghiera per la chiesa, preghiera per gli uni e per gli altri e per me, ne ho bisogno. Guardiamo sempre avanti il Signore.
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di Veronica Giacometti per AciStampa