Giovanni Paolo II ci parla ancora! Il messaggio di Karol. Lunedì 4 marzo 2019
Non ci dimentichiamo di un santo uomo che è venuto dall’est per cambiare le vite di molti di noi, riaprile alla speranza ed alla luce di Gesù, e mettere la Vergine Maria al centro del nostro cuore, come nostra mamma e Madre della Chiesa!
L’ultimo giorno della sua vita – sabato 2 aprile – si congedò dai suoi più stretti collaboratori della Curia romana. Presso il suo capezzale continuava la preghiera, a cui partecipava, nonostante la febbre alta e un’estrema debolezza. Nel pomeriggio, a un certo momento disse: «Lasciatemi andare alla casa del Padre». Verso le ore 17 furono recitati i primi Vespri della seconda domenica di Pasqua, cioè della domenica della Divina Misericordia. Le letture parlavano della tomba vuota e della Risurrezione di Cristo, ritornava la parola: «Alleluia». Al termine fu recitato l’inno Magnificat e la Salve Regina. Il Santo Padre più volte abbracciò con lo sguardo i presenti del suo più stretto ambiente e i medici che vegliavano accanto a lui.
Dalla piazza San Pietro, dove si erano radunate migliaia di fedeli, specialmente di giovani, giungevano le grida: «Giovanni Paolo II» e «Viva il Papa!». Udiva quelle parole. Sulla parete di fronte al letto del Santo Padre era appesa in un quadro l’immagine di Cristo sofferente, legato con le corde: l’Ecce Homo, che con lo sguardo egli fissava continuamente durante la sua malattia. Gli occhi del Papa che si stavano spegnendo si posavano anche sull’immagine della Madonna di Czestochowa. Su un tavolino, la foto dei suoi genitori.
LA PAROLA DI OGGI DI GIOVANNI PAOLO II
La Messa rende presente il Sacrificio della Croce, non vi si aggiunge e non lo moltiplica.
L’Eucaristia è sacrificio in senso proprio, e non solo in senso generico, come se si trattasse del semplice offrirsi di Cristo quale cibo spirituale ai fedeli.
Il dono infatti del suo amore e della sua obbedienza fino all’ estremo della vita ( cf. Gv 10,17-18 ) è in primo luogo un dono al Padre suo.
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