L’Italia è ormai diventato un paese mafioso. Punto e basta. Mafioso perchè ovunque è mafia. E’ mafia quando un direttore di una testata giornalistica o di un programma politico televisivo è anche direttore di un quotidiano schierato sul web. E’ conflitto di interessi, e quindi mafia. E’ mafia quando senza un’autorizzazione si monta un palco per una manifestazione politica e si “taglia” un cartello della segnaletica stradale. E’ mafia quando non si tagliano i privilegi ad una casta e si preserva la sua intoccabilità. E’ mafia. Punto e basta. Non è passata oggi al Senato , la linea dell’esecutivo che proponeva la “sforbiciata” del 25% ai compensi per i super manager delle società pubbliche quotate in borsa (Eni, Enel, Finmeccanica, Poste e via dicendo). Quando la “casta” si auto protegge è Mafia. Non altro.
E’ mafia quando non si pagano le imprese (e le associazioni) alle quali spettano da anni contributi pubblici e si lasciano morire, ma si pagano i super stipendi dei presidenti e degli onorevoli. Cosa è? Regolarità? No: è mafia! E’ mafia quando un senatore di uno dei partiti di governo dice che i controlli dell’Agenzia delle Entrate di questi giorni sono dannosi al turismo. Cosa è? E’ mafia. Punto e basta. E’ mafia quando un paese sull’orlo del baratro, invece di tagliare le pensioni milionarie dei più ricchi, pensa a riformare la giustizia, ed ha quella priorità, invece che mettere davanti i cittadini ed i piccoli imprenditori che non arrivano a fine mese. Anche questa è mafia. Di nuovo: punto e basta. Ed è anche mafia quando la presidente di una Regione i cui dipendenti hanno rubato a più non posso sotto il suo naso, ce la ritroviamo tra i parlamentari al governo. Anche questa è mafia. Ecco perchè l’Italia è diventata, secondo noi, una mafia a cielo aperto.
E sinceramente, ci schifa.
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