Papa Francesco ha ricordato questo mercoledì al termine dell’udienza generale la celebrazione penitenziale che aprirà l’ormai tradizionale iniziativa “24 ore per il Signore”, promossa in tutto il mondo dal Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.
L’intervista al presidente del dicastero, arcivescovo Rino Fisichella, curata da Vatican Media
. .“Quanto sarebbe significativo che anche le nostre chiese, in questa particolare occasione, fossero aperte a lungo, per chiedere la misericordia di Dio e accoglierla nel Sacramento del Perdono”. Con queste parole Papa Francesco, alla fine dell’udienza generale, nei saluti in lingua italiana, ricorda la tradizionale iniziativa “24 ore per il Signore”, che si aprirà venerdì con la liturgia penitenziale nella Basilica Vaticana, alle ore 17:00. L’evento di preghiera e riflessione, giunto alla sesta edizione e promosso dal Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, ha come motto la frase tratta dal Vangelo di Giovanni: “Neppure io ti condanno” (Gv 8, 11). Il tema scelto, precisa ai microfoni di Vatican News l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del dicastero pontificio, “significa che nessuno davanti al Signore troverà un giudice, ma troverà piuttosto un padre che lo accoglie, lo consola e gli indica anche il cammino per rinnovarsi”.
Perdono, culmine dell’amore
In questa giornata, scandita dall’adorazione eucaristica, dalla riflessione e dall’invito alla conversione personale, si propone di contemplare l’immagine di Gesù, che offre la sua infinita Misericordia come occasione di grazia e vita nuova. Nel mondo c’è “bisogno di perdono”, sottolinea il presule, “perché il perdono è il segno dell’amore: se non avessimo la dimensione del perdono”, in qualche modo verrebbe “meno anche la dimensione dell’amore, perché nessuno di noi è perfetto”. Sul sito internet del Dicastero è disponibile il sussidio pastorale per celebrare le “24 ore per il Signore” nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e polacco.
L’intervista completa qui
Il servizio è di
Barbara Castelli – Città del Vaticano