Le devozioni della Settimana Santa, Sabato Santo 20 aprile 2019. In attesa della Tua Resurrezione!
LE PROMESSE DI GESU’
“Dal mio Cuore sempre partono voci di amore che invadono le anime, le scaldano e, a volte, le bruciano. E’ la voce del Cuore mio che si propaga e raggiunge anche quelli che non vogliono sentirmi e che, perciò, non si accorgono di me. Ma a tutti parlo interiormente, a tutti mando la mia voce, perché tutti amo. […] Ed ecco cosa offro a tutti in cambio di un pò d’amore:
– Remissione di tutte le colpe e certezza di salvezza in punto di morte a chi pensa, una volta al giorno, almeno, alle pene che provai nell’Orto del Getsemani;
– Contrizione perfetta e duratura a chi faccia celebrare una Messa in onore di quelle stesse pene;
– Riuscita nelle faccende spirituali a coloro che inculcheranno agli altri l’amore alle pene dolorosissime del mio Getsemani.
Infine, per dimostravi che voglio proprio rompere una diga del mio Cuore e darvi un fiume di grazia, Io prometto a chi si farà promotore della devozione al mio Getsemani queste altre tre cose:
1) Vittoria completa e definitiva nella maggiore tentazione cui è soggetto;
2) Potere diretto di liberare anime dal Purgatorio;
3) Grande luce per compiere la mia volontà.
Tutti questi doni miei Io farò con certezza a quelli che faranno le cose che ho dette, con amore e compassione per la mia spaventosa agonia del Getsemani. (agosto del 1963)
PREGHIERA A GESÙ AGONIZZANTE NEL GETSEMANI
O Gesù, che nell’eccesso del tuo amore e per vincere la durezza dei nostri cuori, doni tante grazie a chi medita e propaga la devozione della tua SS. Passione del Getsemani, ti prego di voler disporre il cuore e l’anima mia a pensare spesso alla tua amarissima Agonia nell’Orto, per compatirti e unirmi a te il più possibile.
Gesù benedetto, che sopportasti in quella notte il peso di tutte le nostre colpe e che per esse hai pagato completamente, fammi il grandissimo dono di una perfetta contrizione per le mie numerose colpe che ti fecero sudare sangue.
per la tua fortissima lotta del Getsemani
Gesù benedetto, per la tua fortissima lotta del Getsemani, dammi di poter riportare completa e definitiva vittoria nelle tentazioni e specialmente in quella cui vado maggiormente soggetto. O Gesù appassionato, per le ansie, i timori e le sconosciute ma intensissime pene che hai sofferto nella notte in cui fosti tradito, dammi una grande luce per compiere la tua volontà e fammi pensare e ripensare all’enorme sforzo e alla impressionante lotta che vittoriosamente sostenesti per fare non la tua ma la volontà del Padre.
Sii benedetto, o Gesù, per l’agonia e le lacrime che versasti in quella notte santissima. Sii benedetto, o Gesù, per il sudore di sangue che avesti e per le angosce mortali che provasti nella più agghiacciante solitudine che mai uomo potrà concepire. Sii benedetto, o Gesù dolcissimo ma immensamente amareggiato, per la preghiera umanissima e divinissima che sgorgò dal tuo Cuore agonizzante nella notte dell’ingratitudine e del tradimento.
Eterno Padre, ti offro tutte le Sante Messe passate, presenti e future unito a Gesù agonizzante nell’Orto degli ulivi. Santissima Trinità, fa che si diffonda nel mondo la conoscenza e l’amore per la SS. Passione del Getsemani. Fà, o Gesù, che tutti coloro che ti amano, vedendoti crocifisso, ricordino anche le inaudite pene tue nell’Orto e, seguendo il tuo esempio, imparino a ben pregare, combattere e vincere per poterti poi glorificare eternamente in cielo. Cosi sia.
(23.XI.1963) – Con approvazione ecclesiastica + Macario, Vescovo di Fabriano
Coroncina a Gesù agonizzante nel Getsemani
«Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5,2)
I – O Gesù che nell’eccesso del tuo amore e per vincere la durezza dei nostri cuori doni tante grazie a chi medita e propaga la devozione della tua Santissima Passione del Getsemani, Ti prego di voler disporre il mio cuore e l’anima mia a pensare spesso alla tua amarissima agonia nell’Orto degli Ulivi, per vivere sempre unito a Te durante la vita e nell’ora della mia morte arrivare a possederti nel tuo Regno beato.
– Gloria al Padre…
II – O Gesù benedetto che sopportasti in quella notte il peso di tutte le nostre colpe e che per esse pagasti in pienezza il debito verso la divina giustizia, fammi il grandissimo dono di una perfetta contrizione delle mie innumerevoli colpe che Ti fecero sudare sangue.
– Gloria al Padre…
III – O Gesù Salvatore, per l tua fortissima lotta nel Getsemani nel bere il calice delle nostre iniquità, fammi la grazia di riportare completa vittoria sulle tentazioni, specialmente in quella cui vado maggiormente soggetto.
– Gloria al Padre…
IV – O Gesù Redentore, per il sudore di sangue e le lacrime che versasti per le angosce mortali che provasti nella più agghiacciante solitudine che mai uomo potrà concepire e per la preghiera ardentissima ed umanissima al Padre che sgorgò dal tuo Cuore dolcissimo nella notte in cui si perpetrava il tradimento più amaro, fà che quando verrai come Giudice, la mia povera anima sia trovata vigilante e orante così da poter sentire le tue dolci parole: «Vieni, servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore».
– Pater, Ave, Gloria
PREGHIAMO
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, fà che si diffonda nel mondo la conoscenza e l’amore per la Passione di Gesù agonizzante nel Getsemani, in modo che l’umanità intera mirando il mistero della Croce, possa essere guarita dalle sue ferite mortali, e pregando con fiducia Maria Santissima Addolorata, possa ritrovare la strada di ritorno al Padre e così venire a glorificarti eternamente in Cielo. Amen.
(Amici del Getsemani, “Vademecum”)
PAROLE DI GESÙ
“Nel Getsemani conobbi i peccati di tutti gli uomini. Fui fatto quindi: ladro, assassino, adultero, bugiardo, sacrilego, bestemmiatore, calunniatore e ribelle al Padre che invece ho sempre amato. Io, puro, ho risposto al Padre come se fossi macchiato di tutte le impurità. Ed in questo, appunto è consistito il Mio sudare sangue: nel contrasto del Mio amore per il Padre e la Sua volontà che voleva addossarmi tutto il marciume dei Miei fratelli. Ma ho obbedito, sino alla fine ho obbedito e per amore di tutti mi sono ricoperto di ogni macchia, pur di fare il volere di Mio Padre e salvarvi dalla perdizione eterna.
Nessuno crederà che molto più soffrii allora anziché sulla Croce, pur tanto e tanto dolorosa, perché chiaramente ed insistentemente Mi fu mostrato che i peccati di tutti erano fatti Miei ed Io dovevo risponderne per ciascuno. Sicché Io, innocente, ho risposto al Padre come se fossi veramente colpevole di disonestà. Considera, perciò, quante agonie più che mortali ho avuto in quella notte e, credimi, nessuno poteva alleggerirmi di tali spasimi, perché, anzi, vedevo che ognuno di voi si è adoperato per rendermi crudelissima la morte che ad ogni attimo Mi veniva data per le offese di cui ho pagato interamente il riscatto.
Provai in Me stesso abbandono, dolore e morte
Più di quanto l’uomo può capire ed oltre ogni immaginazione, provai in Me stesso abbandono, dolore e morte. Nessuna grandezza maggiore potete attribuirmi che questa: essere divenuto centro, bersaglio di tutte le colpe vostre. Immensamente conobbi il peso delle offese che al Padre Mio furono e sarebbero state fatte. La Mia Divinità, avendo preso per suo proprio strumento la Mia Umanità, Mi partecipava la bruttezza che nasconde la ribellione e la conseguente disubbidienza, trasformando il tutto in gemiti e martirii nell’Anima e nel Corpo.
Un solo mio sospiro
Ma un solo istante sarebbe bastato, un solo Mio sospiro avrebbe potuto operare la Redenzione per la quale ero stato inviato; eppure moltiplicai questi sospiri, prolungai il Mio vivere quaggiù, perché Sapienza e Amore così volevano.
Giunto, però, alla fine volli come intensificare in Me stesso ogni genere di patimenti: vidi tutto ciò che dovevo redimere e che tutto Mi era addossato come cose Mie. Fù lì, nell’Orto, il culmine del dolore e Uomo quale Io volli essere, fui atterrato, sopraffatto, fisicamente distrutto. Venne l’Angelo Mio e mi ristorò mostrandomi le pene che altre Mie creature fedeli avrebbero sofferto per questo Mio soffrire; non gloria Mi fu mostrata ma amore, compassione, unione.
Perché Io ero voi e voi eravate Me
[…] Io solo sono stato capace di sentire, dico sentire, tutte le vostre pene, perché Io ero voi e voi eravate Me. Notte di tragedia, notte oscura per la Mia Anima che inoltravasi titubante fra gli ulivi del Getsemani. Il Padre Mi preparava l’Altare sul quale Io, Sua Vittima, dovevo essere Immolato. Io dovevo prendere le colpe degli altri e Colui che Mi aveva mandato, attendeva quella notte per dare agli uomini la misura del Suo Amore, col sacrificio totale di Me, Suo Figlio e Sua Prima Creatura. Laggiù fra gli ulivi del Getsemani, il peccato degli uomini ebbe sconfitta definitiva perché fu in quel luogo che Io Mi Immolai e vinsi.
La Mia umiliazione sotto la Sua potente mano
E’ vero che sarebbe bastato un solo sospiro nel mondo per dar redenzione a tutti, ma è anche vero che un’opera è completa quando raggiunge il culmine voluto, come dire che, essendo stabilito che Io pagassi per tutti sottoponendomi alle umiliazioni della Passione, soltanto con l’Immolazione potevasi raggiungere lo scopo getsemani (1)voluto dal Padre. Difatti, il merito fu infinito in Me, qualsiasi cosa Io facessi, tuttavia la volontà Divina voleva la Mia umiliazione sotto la Sua potente mano, a titolo di completamento della Sua e Mia opera: perciò col Getsemani si adempì la prima parte di tale volontà e la parte principalissima. […]
E tutte queste cose, perché? Ve l’ho già detto: Io ero voi, perché voi dovete divenire Me. La Mia Passione… Oh! che abisso di amarezze ha racchiuso! E come è lontano chi crede di conoscerla soltanto perché pensa alle sofferenze del Mio Corpo! Guardate al Getsemani, guardatemi disfatto nell’Orto e unitevi a Me! Torno oggi a voi per ricordarvi di guardare bene il Mio viso triste, di considerare meglio il Mio sudore di Sangue.
Non vi interessa molto questa Passione sconosciuta?
Non vi pare che merito più considerazione, migliore attenzione? Anime Mie care! Tornate al Getsemani, tornate con Me nel buio, nel dolore, nella compassione, nell’amore doloroso! E tu, come ti trovi ora? Intendi, dunque, che ti faccio simile a Me? Posa anche tu le tue ginocchia sulla terra del tuo sacrificio e dì con Me: Padre, se è possibile, allontana da me questo calice: però non si faccia la mia, ma la Tua volontà.
E quando avrai detto con intima convinzione “fiat”, allora cesserà tutto e sarai rinnovato nel Mio Amore. Guardate al Getsemani, guardatemi disfatto, nell’Orto e unitevi a Me! Quanto a Me il soffrire che fu, ora Mi sarà dolcissimo se vi metterete nella considerazione delle Mie pene. Non temete di entrare con Me nel Getsemani. Entrate e vedete. Se, poi, vi parteciperò sensibili angosce e solitudini, ritenetele Miei veri doni e non vi smarrite. Ma con Me dite: Padre, non la mia volontà, ma la Tua si faccia! Pregatemi, perché voglio sia conosciuto come ho amato tutti voi in quell’ora di abbandono e di tristezza senza nome.
(dal libro: Anonimo del XX secolo – Parole di cielo – in 3 volumi – 7 ediz.)
Redazione Papaboys