La canonizzazione dei due Giovanni (XXIII e Paolo II) può preludere a quella di un Oscar. L’operazione ‘santificazione di Romero’, assassinato nel 1980 e spinto sugli altari dalla fama di martirio che non ha fatto che crescere negli anni a seguire, la stanno preparando quattro vescovi di El Salvador che si trovano contemporaneamente in Vaticano con il proposito di ottenere il riconoscimento – già nel 2017, tra tre anni dunque – della santità di Romero. Il piano è audace per due motivi: da una parte perché Romero non è stato ancora beatificato, dall’altra perché pare che i prelati chiederanno a Papa Francesco di recarsi personalmente nel loro paese per celebrare il magno evento.
I quattro presuli presenti a Roma – incontreranno Papa Francesco il 9 maggio – sono l’arcivescovo di San Salvador José Luis Escobar Alas, il vescovo di Chalatenango José Elías Rauda Gutiérrez (ha presieduto la messa ufficiale per la celebrazione del XXXIV anniversario della morte di Romero), Elías Samuel Bolaños Avelar, vescovo de Zacatecoluca (a lui è toccata la celebrazione nel 2013) e Luis Morao Adreazza (di origine italiana), vescovo anch’egli di Chalatenango, sul cui territorio si trova l’“Universidad Monseñor Romero”.
Non bisogna dimenticare che nel 2017 ricorreranno i 100 anni della nascita di Romero, il 17 agosto del 1917, e la chiesa di El Salvador inizierà il conto alla rovescia con la celebrazione di tre anni tematici. Il primo andrà dall’ agosto del 2014 allo stesso mese del 2015 ed avrà come parola chiave “Romero, uomo di Dio”. L’ anno 2015-2016 sarà invece dedicato a “Romero, uomo della Chiesa”, mentre il 2016-2017 avrà come tematica centrale“Romero, Servitore dei Poveri”. Non è affatto escluso che lo stesso triduo possa iniziare con qualche parola del Papa regnante.
I presuli in visita da Francesco sono arrivati in Vaticano “armati” di una lettera firmata da tutti i confratelli di El Salvador, in cui viene espresso l’appoggio unanime alla canonizzazione di Romero in occasione del suo centenario. Ciò che sicuramente costituisce una novità è il fatto che i quattro prelati si trovino a Roma contemporaneamente per parlare al Papa di Romero al di fuori del calendario di visite «ad limina» previsto per la conferenza episcopale di El Salvador.
Papa Francesco sa bene che quella di Romero costituisce la più importante causa di canonizzazione per l’America Latina contemporanea e pare proprio che dietro le quinte sia molto coinvolto per il felice esito: “Esagerando un poco, si potrebbe dire che il Papa è più motivato di noi”, ha affermato in un’ intervista alla radio salvadoregna La Cheverel’arcivescovo ausiliario di San Salvador, Gregorio Rosa Chávez. “È meraviglioso che lui non dubiti per niente su chi sia stato Romero e che stia dando ordini in Vaticano affinché tutti collaborino perché il processo si velocizzi”.
Gli ordini di Francesco includono direttive ai vari dicasteri del Vaticano perché inviino tutto il materiale su Romero alla Congregazione per le Cause dei Santi, che di recente si è fatta carico dell’intero archivio riguardante la sua canonizzazione. “La documentazione che mancava è già nelle mani della Congregazione dei Santi”, conferma al giornale salvadoregno ContraPunto Jesús Delgado, ex-segretario di Romero: “Il Papa ha recentemente ordinato che tutto ciò che abbia a che fare con Monsignor Romero, in qualunque congregazione, passi alla Congregazione dei Santi”. I documenti “possono essere di importanza secondaria o terziaria, tuttavia era necessario compiere questo passo. Potrebbe darsi il caso che qualche congregazione abbia ancora dei documenti, come per esempio la Congregazione dei Vescovi”, a detta dello stesso Delgado.
Evidente la volontà di Francesco che si concluda quanto prima la positio su Romero, e che tutta la documentazione pertinente sia pronta per essere esaminata dalle commissioni di teologi e cardinali che dovranno approvare il decreto attestante la qualità di martire di Romero. Passo che potrebbe spianare definitivamente la strada per la sua beatificazione già nel marzo del prossimo anno, in occasione del 35º anniversario dell’assassinio. Delgado ritiene quella meta raggiungibile.
Se la beatificazione di Romero dovesse davvero arrivare il prossimo anno, 2015, Rosa Chávez non ha dubbi che a quel punto il vescovo martire potrà finalmente essere canonizzato nel 2017, l’ anno del centenario. “Io calcolo che prima del ’17 avremo Romero sugli altari”, commenta Rosa Chávez, “tre anni, al massimo”. Si tratterebbe della canonizzazione più veloce dai tempi di San Francesco di Assisi. Benché il caso di Romero sia all’esame fin dal 1994, la sua positio non è stata ancora presentata alla Congregazione per la Causa dei Santi. Perfino Giovanni Paolo II, la cui canonizzazione si è contraddistinta per rapidità, ha impiegato sei anni (2008-2014) dalla presentazione della positio alla conclusione dell’ iter.
Ma la velocità del processo non è l’aspetto più ambizioso del piano triennale per Romero. La lettera che i vescovi consegneranno a Francesco potrebbe contenere infatti un invito al pontefice a visitare El Salvador nel 2017. Dell’invito non c’è conferma, ma neppure smentita: Rosa Chávez si è limitato a dire che “Ci sono altre cose nella lettera che non possono ancora essere rivelate”.
Gli abitanti del piccolo Paese centro-americano hanno buoni motivi per sperare. Chi non ricorda la promessa (informale) fatta da Francesco di tornare in America Latina nel 2017? Lo scorso anno, nel Santuario di Aparecida, in Brasile, disse che sarebbe ritornato in Sud America per il 300° anniversario dell’apparizione della Vergine. Guarda caso, il compleanno di Romero cade proprio nel giorno della Festa dell’ Assunzione.
(Traduzione dallo spagnolo di Andrea Bonzo)