Giovanni Paolo ha dimostrato che i giovani crescono meglio quando sono amati e sfidati in maniera incoraggiante. Anche quando è diventato un vecchio che lottava con la sua malattia, la gente si radunava attorno a lui. Giovanni Paolo II ha dato loro speranza ed è per questo che era così efficace nel cambiare e nobilitare le giovani vite. «Nel settembre del 1995 Loreto ha ospitato un grande incontro europeo dei giovani con il Papa Giovanni Paolo II. Erano gli anni della guerra in Ex-Yugoslavia e il Papa volle qui riuniti insieme giovani dagli Urali all’Atlantico, segnando una tappa irreversibile della pace e della concordia tra i popoli, le culture e le religioni. Non a caso l’incontro si chiamava “Eurhope”, dall’unione delle parole in inglese Europa e speranza. C’erano più di 400.000 giovani. Il Papa disse loro: “Ecco la vostra Casa, la Casa di Cristo e di Maria, la Casa di Dio e dell’uomo!». «Nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1995 durante l’incontro europeo con i giovani, alla fine della veglia con il Papa, partirono i fuochi d’artificio dalla collina di Montorso. Wojtyla ne fu incuriosito e chiese cosa ci fosse su quella collina che lui vedeva tutta illuminata. All’epoca non c’era niente, solo la casa di un contadino. E allora disse che sarebbe stato bello fare una casa per i giovani. Nel 2000, grazie ai fondi per il Giubileo, è stato possibile realizzare l’intuizione del Papa. Il Centro è sempre stato strettamente collegato al Santuario. Lo abbiamo chiamato “Centro” perché accogliamo i giovani che cercano un centro per la propria vita. Tante volte il papa ha spronato i giovani a trovare la propria vocazione, a prendersi le proprie responsabilità, a guardare al futuro. L’ultima volta che lo abbiamo accolto qui è stato nel settembre 2004 per l’incontro con 250mila persone, tra giovani e adulti impegnati nell’Azione Cattolica. Il Papa era già molto provato dalla malattia, che non ha mia nascosto. È stato come vedere un padre o un nonno che aveva chiamato attorno a sé figli e nipoti per consegnare il proprio testamento. In quell’occasione ci spronò a testimoniare la fede nella propria vita. Il dialogo con i ragazzi non si fermò mai, nemmeno sul letto di morte. Quando ormai le condizioni di salute facevano presagire il passaggio imminente, tanti di loro si radunarono in piazza san Pietro per vegliare e pregare. Papa Woityla fu informato e disse: “vi ho cercato, e voi siete venuti, e per questo vi ringrazio”. Un rapporto di amicizia e di fede che nemmeno la morte ha spezzato. Vorrei riproporre tra i tanti discorsi rivolti ai giovani, quello pronunciato a Tor Vergata, 19 agosto 2000, in occasione della XV Giornata Mondiale della Gioventù:
Cari giovani, questa sera vi consegnerò il Vangelo. E’ il dono che il Papa vi lascia in questa veglia indimenticabile. La parola contenuta in esso è la parola di Gesù. Se l’ascolterete nel silenzio, nella preghiera, facendovi aiutare a comprenderla per la vostra vita dal consiglio saggio dei vostri sacerdoti ed educatori, allora incontrerete Cristo e lo seguirete, impegnando giorno dopo giorno la vita per lui! In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è lui la bellezza che tanto vi attrae; è lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare.
E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna. Carissimi giovani, in questi nobili compiti non siete soli. Con voi ci sono le vostre famiglie, ci sono le vostre comunità, ci sono i vostri sacerdoti ed educatori, ci sono tanti di voi che nel nascondimento non si stancano di amare Cristo e di credere in lui. Nella lotta contro il peccato non siete soli: tanti come voi lottano e con la grazia del Signore vincono!
Cari amici, vedo in voi le “sentinelle del mattino” (cfr Is 21,11-12) in quest’alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti. Cari giovani del secolo che inizia, dicendo «sì» a Cristo, voi dite «sì» ad ogni vostro più nobile ideale. Io prego perché Egli regni nei vostri cuori e nell’umanità del nuovo secolo e millennio. Non abbiate paura di affidarvi a lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione.
A cura di Ornella Felici