LAZIO – ROMA – Partirà sabato 10 maggio il pellegrinaggio notturno dei giovani di Roma al santuario della Madonna del Divino Amore. L’appuntamento è promosso dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile, dall’Ufficio della pastorale universitaria e dal Servizio per le vocazioni. La partenza è fissata alle 23.30 da piazzale di Porta Capena (davanti all’ingresso della Fao). All’arrivo, intorno alle 5 del mattino, il cardinale vicario Agostino Vallini celebrerà la Messa. Nel corso del cammino verranno offerti ai partecipanti spunti di riflessione e preghiera, tratti da scritti di Benedetto XVI e di Papa Francesco, con alcune soste speciali: al sacrario delle Fosse Ardeatine e all’ospedale per la riabilitazione neuromotoria Santa Lucia, con la preghiera dedicata ai malati, ai deboli, ai sofferenti e ai perseguitati. “Il tema del pellegrinaggio di quest’anno è ‘Camminiamo nella gioia’”, spiega don Maurizio Mirilli, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile: “Una gioia da vivere e sperimentare nella vita e da trasmettere agli altri, soprattutto a chi vive nel buio della sofferenza”. “Il Divino Amore è il santuario dei romani e il pellegrinaggio notturno è tradizione forte soprattutto per gli adulti”, continua don Mirilli: “Ci piacerebbe che diventasse una tradizione per tutti i giovani di Roma. Speriamo di superare i duemila partecipanti dello scorso anno”.
Per gli universitari il pellegrinaggio segna la fine dell’anno pastorale, tutto incentrato sul senso della chiamata. Il percorso, spiega il vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio diocesano, “ha avuto una forte accentuazione vocazionale, perché è stato tutto ritmato sulla chiamata di Matteo: una chiamata forte, immortalata dal Caravaggio, e che sappiamo essere molto significativa anche nel cammino spirituale di Papa Francesco”. La notte di preghiera, quindi, scandirà anche la fine del percorso accademico e il passaggio all’inizio della preparazione della sessione di esami che, alla vigilia della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (11 maggio), aprirà alla riflessione e alla preghiera sul senso della vita e della vocazione. “La fatica dello studio e dell’impegno nella ricerca passano da una prospettiva puramente professionale a una che coinvolge la dimensione progettuale della vita”, continua monsignor Leuzzi: “In questo momento forte di devozione mariana si apre l’orizzonte della vocazione globale dell’esistenza dell’uomo, proiettata all’esperienza del fidanzamento e del matrimonio o al servizio alla Chiesa”. Fonte: Agensir