Vincent Lambert è morto stamattina alle 8.24. A dare la notizia il nipote. La Pontificia Accademia per la Vita in un tweet parla di una sconfitta per la nostra umanità
Avrebbe compiuto 43 anni il prossimo 20 settembre. Invece Vincent Lambert è morto stamattina all’ospedale di Reims, nel nord della Francia, dove era ricoverato. Dal 2 luglio scorso, da 9 giorni, gli erano stati sospesi alimentazione e idratazione dopo una lunga battaglia legale. Vincent non era in fin di vita. Da oltre 10 anni viveva in stato coscienza minima, per alcuni, per altri in stato vegetativo, dopo l’incidente stradale che lo aveva reso tetraplegico.
Papa Francesco e i suoi interventi per il caso
Ieri in un tweet il Papa aveva detto: “Preghiamo per i malati che sono abbandonati e lasciati morire. Una società è umana se tutela la vita, ogni vita, dall’inizio al suo termine naturale, senza scegliere chi è degno o meno di vivere. I medici servano la vita, non la tolgano”. Stamani in un tweet la Pontificia Accademia per la Vita scrive: “Mons. Paglia e tutta la Pontifica Accademia per la Vita pregano per la famiglia di Vincent Lambert, per i medici, per tutte le persone coinvolte in questa vicenda. La morte di Vincent Lambert e la sua storia sono una sconfitta per la nostra umanità”.
Lo stop all’idratazione e all’alimentazione, riporta Vaticannews, disposta il 2 luglio era arrivato dopo la sentenza della Cassazione che aveva annullato la decisione della Corte d’Appello di far proseguire il trattamento in attesa del parere del Comitato Onu per i Diritti delle persone con disabilità. L’organismo delle Nazioni Unite aveva, infatti, chiesto alla Francia sei mesi di tempo per esaminare il caso. Jean e Viviane, i suoi genitori, hanno condotto una strenua battaglia legale per impedire che al figlio fossero interrotte alimentazione e idratazione, che lo tenevano in vita. Di parere opposto la moglie Rachel e i medici che lo avevano in cura. I sanitari ritenevano “un’ostinazione irragionevole” continuare a farlo vivere. Per altri c’è stata un’ostinazione irragionevole nel farlo morire.