Otto tappe in 10 giorni per mille chilometri. L’arrivo nel Santuario mariano il 15 agosto. A guidare i giovani il padre spirituale del liceo, don Luca Testa
.Quando si pensa al pellegrino, vengono in mente lo zaino in spalla, le scarpe impolverate, il cappello e, magari, un bastone che sostiene i passi. Ma ci sono diversi modi e mezzi per mettersi in cammino.
Seminaristi in bicicletta
Andrea Presciani, di Sforzatica Sant’Andrea, 17 anni, e Matteo Gandolfi, di Sala di Calolziocorte, 16 anni, appassionati di ciclismo e studenti del Seminario minore della diocesi di Bergamo, hanno scelto di compiere il ” viaggio dell’anima” in bicicletta. Accompagnati dal padre spirituale del liceo, don Luca Testa, sono partiti mercoledì mattina da Bergamo, e pedalando, contano di arrivare a Lourdes il 15 agosto.
La tabella di marcia infatti prevede otto tappe in dieci giorni per un totale di mille chilometri, si legge su Avvenire. Dall’Italia alla Grotta di Massabielle, passando per Saluggia (Vercelli) per raggiungere Arles. Dopo un giorno di sosta, di nuovo su due ruote verso Lodève, Castres e le sue case colorate affacciate sul fiume Agout, Auch fino a Lourdes.
I vari pellegrinaggi “pedalati”
«Una meta mariana, pensata già lo scorso anno, di rientro dall’incontro con il Papa al Circo Massimo, a Roma», confida don Testa, ormai un veterano dei pellegrinaggi in bicicletta. La prima volta fu nel 2016 in occasione della Gmg di Cracovia.L’anno successivo la scelta cadde sui luoghi di Martin Lutero, poi la Città Eterna e ora la Francia. «L’idea, per il prossimo anno, è quella di proseguire e arrivare a Santiago de Compostela», aggiunge il sacerdote. I vari itinerari, condivisi con ragazzi diversi, sono sempre all’insegna «dell’essenzialità e della sobrietà». E della preghiera.
«C’è sempre – spiega il sacerdote – un momento, nella giornata, dedicato alla riflessione e alla celebrazione della Messa». Fondamentali per «prepararsi a raggiungere la meta», conferma Matteo, affascinato, fin dai primi chilometri, dalla possibilità di «visitare città nuove e ammirare bellezze e paesaggi inediti». «La dimensione sportiva, che chiede costanza, si mescola infatti agli aspetti più tradizionali del pellegrinaggio», continua Andrea evidenziando «l’ulteriore sfida della lingua». «Dobbiamo riuscire a dialogare in francese: anche questa – sorride – è una prova stimolante».
Da Avvenire.it