L’Italia va verso il suicidio. Una sentenza che deve far discutere. Preferiremo sempre la vita!
.La Consulta apre al suicidio assistito.
È arrivata in serata la decisione dei giudici della Suprema Corte sulla compatibilità con la Costituzione dell’articolo 580 del codice penale che punisce l’aiuto e l’istigazione al suicidio con la reclusione fino a 12 anni.
È lecito l’aiuto al suicidio nei casi come quelli del Dj Fabo. La Corte Costituzionale ha ritenuto non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, “chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.
In attesa di un “indispensabile intervento del legislatore”, scrive l’Ansa, la Corte Costituzionale ha “subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del Ssn, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente”.
La Corte costituzionale ha previsto “specifiche condizioni e modalità procedimentali”, perchè l’aiuto al suicidio rientri nelle ipotesi non punibili, “per evitare rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili, come già sottolineato nell’ordinanza 207 del 2018”.Lo si legge in un comunicato della Consulta.
Intanto, il vicepresidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), Giuseppe Battimelli, annuncia all’ANSA quale sarà la risposta dei camici bianchi iscritti all’associazione ad un’eventuale legge sulla materia. “Almeno 4mila medici cattolici sono pronti a fare obiezione di coscienza nel caso in cui, a seguito della pronuncia della Consulta, il Parlamento italiano legiferasse a favore del suicidio medicalmente assistito”. Ma “la grande maggioranza dei medici italiani – afferma Battimelli – è sulla nostra posizione”.
Dopo la sentenza della Consulta sul fine vita i vescovi italiani “si attendono che il passaggio parlamentare riconosca nel massimo grado possibile tali valori, anche tutelando gli operatori sanitari con la libertà di scelta”. Lo afferma la Conferenza episcopale italiana. I vescovi italiani “esprimono il loro sconcerto e la loro distanza da quanto comunicato dalla Corte Costituzionale. La preoccupazione maggiore è relativa soprattutto alla spinta culturale implicita che può derivarne per i soggetti sofferenti a ritenere che chiedere di porre fine alla propria esistenza sia una scelta di dignità. I vescovi confermano e rilanciano l’impegno di prossimità e di accompagnamento della Chiesa nei confronti di tutti i malati”.
“Quello che chiediamo ora al Legislatore è che chi dovesse essere chiamato ad avviare formalmente la procedura del suicidio assistito, essendone responsabile, sia un pubblico ufficiale rappresentante dello Stato e non un medico”. Lo afferma al’ANSA il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, dopo la sentenza della Consulta che apre al suicidio assistito. “Prevedo – ha detto – che ci sarà una forte resistenza da parte del mondo medico”.
“Da oggi in Italia siamo tutti più liberi anche quelli che non sono d’accordo. Ho aiutato Fabiano perché ho considerato un mio dovere farlo. La Corte costituzionale ha chiarito che era anche un suo diritto costituzionale per non dover subire sofferenze atroci. È una vittoria di Fabo e della disobbedienza civile, ottenuta mentre la politica ufficiale girava la testa dall’altra parte. Ora è necessaria una legge”. Lo afferma Marco Cappato commentando ala sentenza della Consulta.
“Marco Cappato si è esposto, ha avuto coraggio ed è stato un pioniere e quindi merita di essere ringraziato. Tutte le persone che si trovano nelle condizioni” simili a quelle in cui era Dj Fabo “gli devono un grande grazie”. Così Beppino Englaro, il padre di Eluana, ha commentato la decisione della Consulta aggiungendo: “Mi auguro che adesso il parlamento legiferi secondo le indicazioni della Corte Costituzionale”.