Oggi, lunedì 28 Ottobre 2019 la Chiesa ricorda la figura di San Simone, Apostolo
.Patronato: Pescatori
Etimologia: Simone = Dio ha esaudito, dall’ebraico
Emblema: Barca
Chi era San Simone?
L’apostolo Simone è forse il più misterioso rappresentante del gruppo dei Dodici apostoli, sempre citato nelle liste ma con scarsissime informazioni sulla sua vita, tuttavia gli appellativi con cui viene citato e la tradizione postuma ci consegnano una figura affascinante che incarna passione, coerenza e concretezza nel perseguire obiettivi e mete precise.
Il suo profilo evangelico come appare nella lista degli apostoli
Come già prima menzionato nonostante il nome di Simone appaia in tutte le fonti che in qualche modo ci parlano degli Apostoli di Gesù, egli è forse il meno conosciuto dei Dodici. Nella cui lista è nominato all’undicesimo posto. Stranamente infatti, a differenza degli altri Apostoli, le notizie pervenutaci sulle sue origini, sulla sua presenza in seno al collegio apostolico, sulla sua attività evangelizzatrice e sulla sua morte, sono tutte incerte e da sempre oggetto di controversia tra i vari esperti nel corso dei secoli.
Eppure di lui parlano fonti primarie, quali i tre Vangeli sinottici e gli Atti degli Apostoli. Per distinguerlo da Simon Pietro, il primo degli Apostoli, Marco e Matteo gli attribuiscono l’appellativo di Cananeo, mentre Luca e gli Atti parlano di un Simone lo Zelota. Questa doppia denominazione è all’origine di una delle più dibattute controversie sulla vita di Simone. Per molti secoli infatti il soprannome di Cananeo ha fatto pensare a una sua possibile nascita nella città di Cana, quella del miracolo detto “delle Nozze di Cana”. Oggi tuttavia si tende a dare credito ad una diversa spiegazione che cerca l’origine di quel “Cananeo” nella parola ebraica qana che indicava il movimento ribellista degli Zeloti, che costituì per i romani del tempo un grave problema politico e militare.
Lo zelota violento convertito da Gesù
JB Phillips nella sua traduzione del Nuovo Testamento in ciascuna delle quattro liste chiama Simone, “Simone il Patriot“. Il termine lo designa come membro di un partito politico: un “zelota“; era un Ebreo patriottico disposto a ribellarsi contro il governo romano. L’obiettivo politico era quello di liberare la Giudea dalla schiavitù romana e guidare le legioni romane del paese. Era diventato un movimento sotterraneo che era spietato e violento. Il suo programma terrorista di omicidio e sabotaggio non liberò il paese, ma portato ad atti di vendetta da parte dei funzionari romani.
Forse Simone inizialmente venne a Gesù perché ha visto in Cristo la forza del suo gruppo necessaria per guidare con successo i romani fuori. Per molti ebrei, il Messia non era più un Salvatore spirituale, ma un Conquistatore terrena. Dal momento che un fanatico era un fanatico ed eventualmente ricorso alla violenza, Simon avrebbe lasciato questo motivo, quando si arrese tutto per seguire Gesù. Gesù predicava un messaggio di non-violenza (Matteo 5:39, 43-44; 26:52). Simone è stato trasformato da Gesù e il suo messaggio. Era ancora un patriota che era disposto a lavorare e combattere, ma ora la lotta era contro le forze di Satana e il regno per il quale ha lavorato apparteneva a Dio.
La sua attività di evangelizzazione avvolta dalla leggenda
Dell’attività evangelizzatrice di Simone si hanno poche tracce, la più consistente delle quali è contenuta nella Legenda Aurea. Si tratta di un testo agiografico scritto nel XIII secolo dal frate domenicano Jacopo da Varagine. La predicazione di Simone sarebbe iniziata in Egitto, probabilmente in compagnia di Bartolomeo (lui sì, originario della città di Cana). Verso il 60 d.C. fece ritorno in Galilea, dove fu forse coinvolto, dati i suoi trascorsi tra gli Zeloti, nella repressione che seguì la seconda guerra giudaica. Secondo alcune fonti è proprio per sfuggire ai Romani che si sposta con i suoi seguaci in Persia, dove si riunisce ad un altro Apostolo, Giuda Taddeo (da non confondersi con l’Iscariota). Qui continua l’opera di evangelizzazione nelle regioni della Mesopotamia e in Persia, spingendosi anche verso l’Armenia.
La tradizione cattolica lo vuole martirizzato proprio insieme a Giuda Taddeo nella città persiana di Suanir, mentre altri affermano che gli sopravvisse di molti anni, finendo col subire il martirio all’età di oltre cento anni in Abcazia, sulle sponde nord-orientali del mar Nero, dove secondo alcune fonti ortodosse sarebbe anche sepolto. In ogni caso, il legame con Giuda Taddeo fu molto forte e nella tradizione cattolica i due sono accomunati dalla sepoltura in San Pietro a Roma e dalla data della celebrazione liturgica, fissata il 28 di ottobre. Particolarmente cruente le modalità del martirio, sulle quali tutte le varie tradizioni presentano un sostanziale accordo: Simone fu fatto a pezzi con una sega, probabilmente dopo aver subito la crocifissione. E’ per questa ragione che viene spesso raffigurato con una sega in mano, ed è considerato patrono e protettore di boscaioli e taglialegna.
Le reliquie e il suo legame con San Giuda Taddeo
Le spoglie mortali di San Simone riposano a Roma nella basilica di San Pietro in Vaticano. Vennero deposte insieme a quelle del compagno apostolo San Giuda Taddeo. Da quel momento sono sempre ricordati insieme nella liturgia. A San Pietro in Vaticano le reliquie di Simone e Giuda Taddeo sono venerate dal 27 ottobre 1605 all’altare centrale del transetto sinistro o tribuna dei Ss. Apostoli Simone e Giuda, che dal 1963 è stato dedicato a San Giuseppe.
Il capo di San Simone si trova tuttavia nel Museo del Duomo di Pienza.
Le diverse interpretazioni della sua figura
Ci sono diverse interpretazioni sulle origini e il martirio di San Simone. Un’interpretazione che già appare nell’antichità, nella Chiesa abissina, lo identifica invece con Simeone figlio di Cleofa, cugino di Gesù e fratello dell’apostolo Giacomo il Minore. A quest’ultimo succedette nel 62 nella guida della Chiesa di Gerusalemme. Lo fece fino alla morte che avvenne sotto l’imperatore Traiano.
Redazione Papaboys
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Fonte: santiebeati.it – Autore: Don Luca Roveda