Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
E’ ricca di frasi e consigli di Gesù la pagina che il Vangelo di Marco ( Mc 2, 21-25) ci propone oggi. Papa Francesco ne sceglie uno tra tutti, per soffermarsi a riflettere in un dialogo costante con i fedeli riuniti nella cappella di Casa Santa Marta.
La misura dello stile cristiano
“Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi”. Tutti noi, afferma il Papa, facciamo i conti con la vita, lo facciamo nel presente e soprattutto, lo faremo alla fine della nostra esistenza, e questa frase di Gesù ci “dice proprio come sarà quel momento”, ovvero come sarà il giudizio. Perchè – prosegue Francesco – se il passo delle Beatitudini e l’analogo capitolo 25 del Vangelo di Matteo ci mostrano “le cose che dobbiamo fare” – il come farle, lo “stile con il quale dovremo vivere” – la “misura”, “è quello che il Signore dice qui”:
Con quale misura io misuro gli altri? Con quale misura misuro me stesso? E’ una misura generosa, piena di amore di Dio o è una misura di basso livello? E con questa misura sarò giudicato, non sarà un’altra: quella, proprio quella che faccio io. Qual è il livello nel quale ho messo la mia asticella? A un livello alto? Dobbiamo pensare a questo. E questo lo vediamo non solo, non tanto nelle cose buone che facciamo o nelle cose cattive che facciamo ma nello stile continuo di vita.
Dio che si annienta è il modello
Ognuno di noi – rimarca il Papa – ha infatti uno stile, “un modo di misurare se stesso, le cose e gli altri” e sarà lo stesso che il Signore userà con noi. Quindi – spiega – chi misura con egoismo, così sarà misurato; chi non ha pietà e pur di arrampicarsi nella vita “è capace di calpestare la testa di tutti”, sarà giudicato allo stesso modo, cioè “senza pietà”. A questo il Papa contrappone dunque lo stile di vita del cristiano e spiega quale sia il modello:
E come cristiano io mi domando qual è la pietra di riferimento, la pietra di paragone per sapere se sono in un livello cristiano, un livello che Gesù vuole? E’ la capacità di umiliarmi, è la capacità di subire le umiliazioni. Un cristiano che non è capace di portare con sé le umiliazioni della vita, manca di qualcosa. E’ un cristiano di “vernice” o per interesse. “Ma perché padre questo?”. Perché lo ha fatto Gesù, si annientò sé stesso, dice Paolo: “Annientò sé stesso fino alla morte e alla morte di croce”. Lui era Dio ma non si aggrappò a quello: annientò sé stesso. Questo è il modello.
Mondani, peccatori, imprenditoriali o cristiani?
E come esempio di uno stile di vita definito “mondano” e incapace di seguire il modello di Gesù, il Papa cita le “lamentele” che gli riferiscono i vescovi quando hanno difficoltà a trasferire i sacerdoti nelle parrocchie perchè ritenute “di categoria inferiore” e non superiore come ambirebbero e dunque vivono il trasferimento come una punizione. Ecco dunque come riconoscere il “mio stile”, il “mio modo di giudicare” – commenta il Papa – dal comportamento che assumo davanti alle umiliazioni: “Un modo di giudicare mondano, un modo di giudicare peccatore, un modo di giudicare imprenditoriale, un modo di giudicare cristiano”. E conclude:
“Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi”, la stessa misura. Se è una misura cristiana, che segue Gesù, nella sua strada, con la stessa sarò giudicato, con molta, molta, molta pietà, con molta compassione, con molta misericordia. Ma se la mia misura è mondana e soltanto uso la fede cristiana – sì, faccio, vado a messa, ma vivo come mondano – sarò misurato con quella misura. Chiediamo al Signore la grazia di vivere cristianamente e soprattutto di non avere paura della croce, delle umiliazioni, perché questa è la strada che lui ha scelto per salvarci e questo è quello che garantisce che la mia misura è cristiana: la capacità di portare la croce, la capacità di subire qualche umiliazione.