Papa Francesco, recentemente ha reso nota la sua idea di calcio, come “vede” lui uno degli sport più amati. Le parole del pontefice, com’è noto, sono state rivolte alle due squadre finaliste di Coppa Italia e alla delegazione della Federcalcio e della Lega Serie A. Riflessioni che dopo il triste prepartita dell’Olimpico dovranno essere accolte come possibilità a tutti offerta per acquisire una rinnovata consapevolezza del reale valore del nostro calcio. «In Italia come in Argentina il calcio è un fatto sociale». Esordisce così il pontefice, con la solita semplicità e naturalezza, ma subito dopo ecco il primo affondo, in quanto evento sociale il calcio «richiede una responsabilità sociale, da parte dei calciatori, sul campo e fuori dal campo, e da parte dei dirigenti nazionali e locali». Verità che fa dei calciatori e dirigenti degli operatori sociali, meglio dire testimonial. Dai campi di calcio dovrà cioè provenire uno stile in grado di depotenziare quella devianza sociale che attraverso le forme eclatanti che tutti conosciamo non cerca altro che gridare il proprio disagio. Grande responsabilità dunque e lente d’ingrandimento posta sui comportamenti, una sorta di moviola sugli stili adottati in campo ma anche focalizzazione sugli stili fuori dal campo che spesso alimentano mode e tendenze. Tuttavia il calcio è ben’altra cosa, la sua essenza, il vero obiettivo, lascia intendere il Papa, ricordando la sua assidua frequentazione degli stadi nel periodo della giovinezza, è la gioia e dunque “la dimensione della festa”. Aspetto che ci trova in piena sintonia, specie in questi giorni. È vero, il calcio è gioia, è festa. Una festa della famiglia. È importante infatti che il clima di gioia e di festa non si esaurisca e non vada dietro agli entusiasmi del momento ma sia stabile e duraturo. Si dirà che in questa società liquida e fluttuante neanche la famiglia è considerata più stabile, ma pensiamo almeno ai figli e all’educazione ai valori dello sport che essi potranno ricevere.
Altro tema affrontato quello dell’etica dell’economia legata allo sport. “Il calcio si muove in un grande giro di affari”, come negarlo, “ma il fattore economico non deve prevalere su quello sportivo, perché rischia di inquinare tutto”. Antidoto suggerito, quello di “restituire dignità sportiva agli eventi”. Da qui un nuovo richiamo ai calciatori: «E in questo voi calciatori avete una grande responsabilità. Siete al centro dell’attenzione, e tanti vostri ammiratori sono giovani e giovanissimi; tenete conto di questo, pensate che il vostro modo di comportarvi ha una risonanza, in bene e in male. Siate sempre veri sportivi!». di Giovanni Chifari