Quattrocento milioni di euro arriveranno subito agli enti locali per centri convenzionati e volontari per la distribuzione alle famiglie indigenti. Lʼaccordo in corso governo-Anci
Le pressioni dell’Anci – I Comuni avranno a disposizione entro il 15 aprile risorse fresche per aiutare i più deboli: “Centinaia le richieste da famiglie in difficoltà economiche e sociali, faremo la nostra parte”, assicura il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, parlando di un provvedimento che consente “una risposta veloce a chi ne ha bisogno”. Una scelta cui ha lavorato il Mef insieme all’Anci e che il governo ha annunciato, mentre si moltiplicano tensioni e proteste, soprattutto al Sud e nel giorno in cui il Banco Alimentare ha fatto sapere che le richieste di aiuti sono già salite del 20%.
Il tavolo governo-Anci – Ripartizione dei fondi e modalità di erogazione alle famiglie sono, infatti, i due punti su cui il governo e l’Anci stanno lavorando prima di chiudere l’ordinanza di protezione civile annunciata dal premier Giuseppe Conte, con la quale verranno assegnati ai comuni italiani 400 milioni per l’acquisto di buoni spesa da consegnare alle famiglie più in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus.
Per quanto riguarda il riparto delle risorse tra i vari comuni, i criteri individuati al momento sarebbero basati sul minor reddito pro capite e sul numero degli abitanti. Una volta assegnate, le risorse verranno destinate alle famiglie attraverso i servizi sociali, cui spetta individuare tutti coloro che sono in situazione di necessità alimentare.
Dalle anticipazioni pubblicate da La Stampa, emerge che si darebbe priorità a coloro “non già assegnatari di sostegno pubblico” e che il riparto dei fondi per nucleo familiare “è assegnato una tantum pari a 300 euro”. Inoltre, l’ordinanza della protezione civile fisserebbe anche degli “ammontari minimi per i Comuni in base alla popolazione residente: almeno 20mila euro quelli fino a 5mila abitanti, almeno 50mila per i comuni tra 5mila e 30mila abitanti, 80mila euro fino 69mila abitanti e 150mila euro per i comuni capoluogo.
E’ prevista inoltre la possibilità per i comuni di acquistare senza gara buoni spesa, buoni pasto e generi di prima necessità. Le risorse, infine, potranno essere integrate da privati, produttori o distributori di generi alimentari, attraverso donazioni defiscalizzate.
Il Fondo annuale di solidarietà ai Comuni – Inoltre, “l’anticipo di 2 mesi del trasferimento dei 4,3 miliardi del Fondo annuale di solidarietà comunale assicura ai Comuni la liquidità per far fronte alle esigenze operative indispensabili, la contestuale erogazione di 400 milioni aggiuntivi sarà spesa dai Comuni, già nei prossimi giorni, per assicurare tempestivamente ai cittadini più bisognosi e più colpiti dall’emergenza l’accesso ai beni di prima necessità (cibo, prodotti sanitari ecc.)”.
Lo spiegano fonti del Mef, sottolineando che “l’intervento, assolutamente necessario, sollecitato anche dall’Anci, è stato realizzato in modo rapidissimo e con procedure di urgenza per aiutare i sindaci italiani a far fronte in modo diretto e immediato alle numerose situazioni di disagio, come richiede la situazione straordinaria che stiamo vivendo. Governo, sindaci, agricoltori, commercianti, Reti di volontariato sono impegnati in una impresa senza precedenti di solidarietà per dare un aiuto concreto ai cittadini maggiormente esposti alla crisi generata dal Corinavirus. Di fonte a questo, ogni polemica politica appare fuori luogo”.