15° giorno della collaborazione tra LA DISCUSSIONE e PAPABOYS 3.0 per ricordare la nascita del Santo Papa.
Giovanni Paolo II ama la gioventù ed invita i giovani a partecipare alla vita della Chiesa, perché – è convinto – la Chiesa ha bisogno dei giovani. A questi però dice anche che loro stessi sono la Chiesa, sottolineando l’importanza di riconoscersi ed operare comunitariamente. Anche i giovani sono “soggetto” di pastorale, e ne devono prendere coscienza. E lui sa come renderli protagonisti, senza mezze misure, direttamente, in verità ed azione. Il coinvolgimento creato dal Papa darà i suoi frutti nella GMG (Giornata Mondiale della Gioventù), che dal 1986 in poi diventerà il riferimento privilegiato del cammino formativo con i giovani e nuovo evento della “narrazione” coinvolgente di Karol. È bene aver presente questa distinzione fin dall’inizio: la Giornate Mondiali della Gioventù hanno molteplici dimensioni. Sono un luogo di incontro, esperienza di comunione e di fede per i giovani, ma è anche espressione di una Chiesa giovane, icona di pace e di fratellanza tra i popoli, che si presenta al mondo e agli altri coetanei come testimonianza, soggetto essa stessa di evangelizzazione e di promozione della gioventù: una intuizione profetica.
La GMG per tutti, nessuno escluso
Giovanni Paolo II ha premura che la gioventù abbia un proprio ruolo nell’istituzione ecclesiale. Egli nota una mancanza sia di strutture rappresentative sia della dovuta attenzione ai giovani quali soggetti attivi nella vita della comunità dei credenti. Proprio in relazione a questa aporia della Chiesa, infatti, dirà loro: «Forse anche alcuni cristiani, in qualche momento, si sono lasciati afferrare dalla tentazione di non prendere sul serio le vostre aspirazioni; ma oggi, alla luce della conversione che investe tutta la comunità, noi vi diciamo che nella Chiesa potete e dovete essere veri protagonisti».
Con la sua azione tendente a promuovere la partecipazione dei giovani, il Papa fa perciò assumere un significato prettamente ecclesiologico al cammino di istituzione della Giornata Mondiale della Gioventù. Essa è il volto giovane della Chiesa. Dai documenti si nota con evidenza chiara che Giovanni Paolo II non ha un piano pastorale prestabilito il cui fine sono le GMG. Piuttosto coglie delle opportunità, dei segni che si presentano all’orizzonte e li valorizza al meglio, mettendoli in pratica come idee guida. Sono segni ed esperienze che assumeranno carattere fondante di strutture particolari, per cui è importante metterli in evidenza.
Nei viaggi internazionali, come anche nelle visite alle diocesi italiane, si era già manifestata una adesione plebiscitaria ed entusiasta dei giovani ai raduni con il Papa (Parigi, Madrid, Monza, ecc.). Il Giubileo del 1984 offrirà tuttavia la prima occasione per un incontro internazionale, visto che non può mancare un appuntamento giubilare con i giovani. Il Papa si fa quindi banditore dell’evento e, sfruttando il collegamento televisivo con vari paesi, invita i giovani del mondo a questo appuntamento di preghiera, condivisione e letizia.
LA GMG DEL 2000, TRA PROFEZIA ED AZIONE
Il suo commento al termine dell’anno giubilare non può che essere positivo. Gli ambienti interpellati hanno risposto generosamente e diversi sono stati i momenti significativi ed eloquenti. Nondimeno dice il Papa: «La risposta dei giovani è stata eccezionale: ha superato ogni altra risposta». Giovanni Paolo matura la convinzione della necessità di queste esperienze di grande raduno giovanile e parla di domande e progetti che vorrebbero riprendere questa felice intuizione. Soprattutto pensando ai giovani del giubileo dice che essi «hanno annunciato qualcosa per il futuro». Di qui la sua riflessione si organizza intorno al tema della visibilità.
«Abbiamo bisogno di tali esperienze. Tramite queste ci sentiamo Chiesa, ci vediamo come Chiesa. Alcuni forse vorrebbero che la Chiesa fosse più nascosta, meno visibile: ma questo non è giusto. La Chiesa deve essere visibile, soprattutto per se stessa: dobbiamo vederci tutti noi che siamo Chiesa, non possiamo essere nascosti l’uno all’altro con la nostra personale religiosità interiore, senza comunicazione, senza comunione, senza apostolato. Noi dobbiamo essere una Chiesa visibile»
Il testamento di Giovanni Paolo II ai giovani
Ecco le parole lasciate come testamento spirituale da San Giovanni Paolo II ai giovani di oggi e domani.L’occasione è stata la storica veglia del Papa con i Giovani a Tor Vergata nella GMG dell’anno santo 2000. Un messaggio sempre attuale ieri come oggi e come lo sarà nel futuro. Da trasmettere anche alle future generazioni.
«Ecco Cari giovani è difficile credere in un mondo così nel 2000, si è divisi: non è il caso di nasconderlo. E’ difficile ma con l’aiuto della Grazia è possibile ». «E’ Gesù che cercate quando sognate di felicità è lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate, è lui la bellezza che tanto vi attrae, è lui che vi spinge a deporre le maschere temendo le falsità della vita, è lui che evidenzia nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero troppo facili ». «Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro; voi difenderete la vita fino al momento della suo sviluppo; vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti ». «Siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi interessa ad essere strumenti di violenza e distruzione difenderete la vita, pagando anche di persona se necessario » . «Dicendo Si a Cristo voi dite si ad ogni vostro più nobile ideale, Io credo perché Egli regni nei vostri cuori e l’umanità del nuovo secolo e del nuovo millennio; non abbiate paura di affidarvi a Lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirLo ogni giorno e in ogni situazione». «C’è un proverbio in polacco … vuol dire se tu se tu vivi con i giovani dovrai diventare anche giovane».
Domani, leggeremo insieme, i momenti del commiato del Papa da questa vita, la Sua presenza attuale e… vi informeremo di una bella sorpresa!
100 ANNI CON KAROL nasce da un’idea dei direttori del quotidiano La Discussione Giampiero Catone, e del sito Papaboys 3.0 Daniele Venturi nell’occasione dell’anniversario della nascita del Santo Polacco.
LA FOTO DI COPERTINA copyright : Alessia Giuliani/CPP