Orrore in Iraq, dove i ribelli sunniti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (isis) hanno rivendicato su Twitter l’uccisione di 1.700 soldati, avvalorata da foto raccapriccianti pubblicate sul social network. Se fosse vero sarebbe la peggiore atrocità di massa commessa nel Paese. Ma le forze lealiste sembrano aver fermato l’avanzata dei miliziani jidahisti verso Baghdad e consolidato la controffensiva verso il Nord, aiutati da migliaia di volontari, soprattutto sciiti, e nuovi rinforzi stanno affluendo a Samarra, 110 chilometri a nord della capitale, dove si sta combattendo, cosi come a Tal Afar.
Ricordiamo che i ribelli sunniti in soli tre giorni hanno conquistato la provincia di Ninive con il capolugo Mosul e parte delle province di Salahuddin, Kirkuk e Diyala. Il mondo per ora resta a guardare. L’Iran, contrariamente a quanto prima dichiarato, si è detto ostile a qualsiasi intervento straniero in Iraq. Anche la Lega araba si mostra prudente e contraria ad immischiarsi in questioni interne irachene.
Gli Stati Uniti, dopo aver dispiegato una loro portaerei nel Golfo, si sono limitati ad inviare rinforzi per la sicurezza della loro ambasciata a Baghdad. Il servizio è di Roberta Gisotti per la Radio Vaticana