Vangelo del giorno – Giovedì, 4 Giugno 2020
Lettura e commento al Vangelo di Giovedì 4 Maggio 2020 – Mc 12,28-34: Non c’è altro comandamento più grande di questi.
+ In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Parola del Signore
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Commento a cura di Paolo Curtaz
Lo scriba del Vangelo di oggi vuole mettere in difficoltà Gesù evidenziandone la poca cultura biblica. Cade malissimo: la domanda che gli pone era uno degli argomenti di discussione fra un rabbino e i suoi allievi.
I precetti della legge erano ormai più di 600 ed era difficile individuarne il diverso peso. I farisei affermavano che i precetti erano tutti ugualmente importanti e da rispettare. Gesù, invece, risponde come la maggioranza dei rabbini suoi contemporanei: l’essenziale della Legge è amare, Dio, se stessi e il prossimo. Che bello sapere che Dio mi “comanda” di amare! È esattamente ciò che vorrei fare! Solo che io fatico, e tanto, a capire in cosa consiste l’amore.
Dio, invece, che l’ha creato, ne sa qualcosa di più. Dio ci chiede di amarlo al meglio delle nostre capacità, con intelligenza, coinvolgendo tutto ciò che siamo. E questo per rispondere al comandamento “zero”: lasciati amare.
Solo accogliendo l’amore di Dio che scopriamo in Gesù diventiamo capaci di amare lui, noi stessi e gli altri. Lo scriba, che gioca a fare teologia, deve ancora vivere ciò che dice di conoscere…
Fonte lachiesa.it