Vangelo del giorno – Sabato, 18 Luglio 2020
Lettura e commento al Vangelo 18 Luglio 2020 – Mt 12,14-21: “Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto.”
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».
Parola del Signore
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Commento a cura di Paolo Curtaz
Nel Vangelo di Matteo troviamo con frequenza quelle che gli esegeti definiscono “formule di compimento”. L’evangelista, cioè, si preoccupa di aiutare il lettore a riconoscere nelle vicende di Gesù il compimento delle profezie dell’Antico Testamento.
Matteo vuole rassicurare la sua comunità, composta in prevalenza da ebrei: anche se Gesù appare diverso da ciò che il giudaismo si aspettava da un Messia, egli è davvero l’inviato di Dio. Nel caso specifico, Matteo ci tiene a sottolineare che l’atteggiamento compassionevole e dimesso del Signore non è in alcun modo segno di debolezza e di fragilità ma, piuttosto, il modo che egli ha di essere attento alle persone più deboli, più svantaggiate.
E noi suoi discepoli dovremmo tenere in grande considerazione questo suo atteggiamento per non far diventare le nostre parrocchie delle dogane, come dice splendidamente papa Francesco. Siamo chiamati ad accogliere chiunque, con compassione e benevolenza, pronti ad indicare la strada verso la conversione che, noi per primi, intendiamo percorrere. Solo così risulteremo credibili.
Fonte lachiesa.it