L’Italia avrà presto le unioni civili. Lo ha assicurato Monica Cirinnà, senatrice del Pd relatrice di un testo che ne vuole l’introduzione, spiegando di volerlo portare al Senato a settembre (come già aveva detto Scalfarotto), quindi alla Camera e approvarlo entro l’anno. Cirinnà ha ieri spiegato che «il testo base c’è, l’ho depositato in commissione Giustizia, il Senato faccia adesso il suo lavoro in tempi rapidi per riportare l’Italia al fianco della maggior parte dei Paesi europei che hanno da tempo regolamentato l’istituto delle unioni civili. Sarebbe un gran risultato concludere tutto l’iter parlamentare durante la presidenza italiana del semestre europeo». Il provvedimento, come è noto, «prende le mosse dal modello tedesco – ha detto Cirinnà – e prevede l’estensione dei diritti matrimoniali alle coppie dello stesso sesso attraverso un nuovo istituto giuridico, distinto dal matrimonio, che non contempli le adozioni. Le parti dell’unione civile sono equiparate ai coniugi a tutti gli effetti, in tal senso sono previste modifiche al codice civile e alle norme vigenti in materia di matrimonio».
«Al fine di rendere effettiva l’equiparazione dell’unione civile al matrimonio – ha aggiunto – il ddl attribuisce una delega al Governo, da esercitarsi entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge, per la modificazione e integrazione necessarie delle disposizioni in materia di ordinamento dello stato civile, la modifica e il riordino delle norme di diritto privato internazionale e il coordinamento necessario delle norme vigenti. Il testo unificato affronta inoltre il tema delle convivenze, quelle che riguardano conviventi stabili da almeno tre anni o da almeno un anno in presenza di figli comuni, istituendo diritti e doveri minimi e lasciando alla libera contrattazione tra le parti la regolamentazione dei rapporti patrimoniali. Si tratta di convivenze tra persone unite da legami affettivi, ai fini di reciproca assistenza e solidarietà, materiale e morale, non legati da rapporti di parentela, né vincolati da matrimonio o da un’unione civile, per le quali sono previste disposizioni relative all’assistenza e alle decisioni in caso di malattia, di ricovero o morte del convivente, nonché riguardanti l’abitazione comune e i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune e alla sua cessazione».
La posizione di Cirinnà, commenta una nota di tempi.it-, trova consensi all’interno del partito. Anche i senatori Andrea Marcucci e Laura Cantini, primi firmatari del ddl che istituisce le unioni civili per le coppie gay, plaudono all’iniziativa della collega: «L’obiettivo – hanno detto – è di approvare definitivamente le unioni civili entro la fine dell’anno. Il testo della relatrice Monica Cirinnà colma un vuoto legislativo non più sopportabile. Il Parlamento deve fare in 6 mesi ciò che non ha fatto in 8 anni». I due senatori, di fatto, confermano che il nuovo istituto è un “simil matrimonio”, denominato con diverso nome. «Non è il matrimonio – dicono -, ma garantisce i medesimi diritti economici per le coppie dello stesso sesso. Inoltre viene recepita la steepchild adoption e vengono riconosciuti diritti di civiltà per i conviventi». a cura della Redazione Papaboys