CITTA’ DEL VATICANO – “Il nostro vero rifugio è la fiducia in Dio: essa allontana ogni paura e ci rende liberi da ogni schiavitù e da ogni tentazione mondana”. Così il Papa questa mattina celebrando la messa nella Basilica Vaticana nella solennità dei santi Pietro e Paolo durante la quale è stato imposto il pallio a 24 nuovi arcivescovi metropoliti. Assenti tre presuli per i quali la consegna del paramento, simbolo del Buon Pastore, avverrà nelle rispettive sedi metropolitane. Francesco ha messo in guardia dal potere, dalle gratificazioni e dall’orgoglio.
“Il Signore ci libera di ogni paura e da ogni catena”, come ha fatto con Pietro, “affinchè possiamo essere veramente liberi”. “E’ la fiducia in Dio il nostro vero rifugio essa allontana ogni paura e ci rende liberi da ogni schiavitù” ha detto Francesco ai nuovi arcivescovi metropoliti presenti ai quali come da tradizione nella solennità dei Santi Pietro e Paolo è stato imposto il pallio. Sull’esempio di Pietro il Papa ha inviato tutti ad una verifica sulla fiducia nel Signore, mettendo in guardia dalla paura e dai “rifugi pastorali”: “Noi – mi domando –, cari fratelli Vescovi, abbiamo paura? Di che cosa abbiamo paura? E se ne abbiamo, quali rifugi cerchiamo, nella nostra vita pastorale, per essere al sicuro? Cerchiamo forse l’appoggio di quelli che hanno potere in questo mondo? O ci lasciamo ingannare dall’orgoglio che cerca gratificazioni e riconoscimenti, e lì ci sembra di stare sicuri? Dove poniamo la nostra sicurezza?”
Pietro ferito dalla delusione data al Signore nella notte del tradimento, sa di non potersi affidare a se stesso e alle proprie forze: confida nella misericordia del Signore, sa che la fedeltà di Dio è più grande dell’infedeltà e dei rinnegamenti umani e alla domanda di Gesù: “Mi vuoi bene?”, risponde: “Signore tu conosci tutto, sai che ti voglio bene”. Così, – spiega Francesco – confidando non sulla nostra capacità di essere fedeli, quanto sulla “incrollabile fedeltà di Dio” che “supera ogni umana immaginazione”, “sparisce la paura, l’insicurezza, la pusillanimità”: “La fedeltà che Dio incessantemente conferma anche a noi Pastori, al di là dei nostri meriti, è la fonte della nostra fiducia e della nostra pace”.
L’amore di Gesù basta, mai soffermarsi sulle cose secondarie: “Il Signore oggi ripete a me, a voi, e a tutti i Pastori: Seguimi! Non perdere tempo in domande o in chiacchiere inutili; non soffermarti sulle cose secondarie, ma guarda all’essenziale e seguimi. Seguimi nonostante le difficoltà. Seguimi nella predicazione del Vangelo. Seguimi nella testimonianza di una vita corrispondente al dono di grazia del Battesimo e dell’Ordinazione. Seguimi nel parlare di me a coloro con i quali vivi, giorno dopo giorno, nella fatica del lavoro, del dialogo e dell’amicizia. Seguimi nell’annuncio del Vangelo a tutti, specialmente agli ultimi, perché a nessuno manchi la Parola di vita, che libera da ogni paura e dona la fiducia nella fedeltà di Dio”.
Ha assistito alla celebrazione una delegazione del patriarcato ecumenico guidata dal metropolita di Pergamo Ioannis e inviata dal patriarca Bartolomeo: “Preghiamo il Signore perché anche questa visita possa rafforzare i nostri fraterni legami nel cammino verso la piena comunione tra le due Chiese sorelle, da noi tanto desiderata”.
Segno del desiderio di unità tra le chiese i canti che hanno animato la liturgia, eseguiti insieme dal coro del Patriarcato di Mosca e dalla Cappella Musicale Pontificia in linea con un progetto avviato da Benedetto XVI e portato avanti con forza da Francesco che vede nell’arte uno strumento per creare ponti di dialogo nella riscoperta delle fonti comuni. Il servizio è di Paolo Ondarza per la Radio Vaticana