Padre Gabriele Amorth e il legame con il Santo Rosario
Ecco il pensiero dei più grandi papi sulla recita della corona alla Vergine Maria
IL ROSARIO – «Credo che il rosario sia la preghiera più potente», scriveva nell’introduzione al suo libro “Il mio rosario” (Edizioni San Paolo) Padre Gabriele Amorth, forse l’esorcista più conosciuto al mondo.
Riportiamo i passi più significativi presenti in una delle due appendici dove l’autore tratta del rapporto dei Pontefici con il Santo Rosario, i quali ci illuminano sulla prospettiva e il sentimento che ha animato ciascuno di essi di fronte al “mistero” del Rosario.
Papa Giovanni XIII, riprendendo la bella definizione di Papa Pio V così si esprime:
«Il rosario, come è a tutti noto, è un modo eccellentissimo di preghiera meditata, costituito a guisa di mistica corona, in cui le orazioni del Pater noster, dell’Ave Maria e del Gloria s’intrecciano alla considerazione dei più alti misteri della nostra fede, per cui viene presentato alla mente come in tanti quadri il dramma dell’incarnazione e della redenzione di nostro Signore».
Giovanni Paolo II, confermando la sua speciale devozione mariana che lo porta ad integrare nel rosario i misteri della Luce, nell’enciclica Rosarium Virginis Mariae ci sprona a riprenderne con fede la pratica quotidiana:
«La storia del rosario mostra come questa preghiera sia stata utilizzata specialmente dai Domenicani, in un momento difficile per la Chiesa a motivo del diffondersi dell’eresia. Oggi siamo davanti a nuove sfide. Perché non riprendere in mano la Corona con la fede di chi ci ha preceduto? Il rosario conserva tutta la sua forza e rimane una risorsa non trascurabile nel corredo pastorale di ogni buon evangelizzatore».
Giovanni Paolo II ci stimola a considerare il rosario come contemplazione del volto di Cristo in compagnia e alla scuola della sua Madre Santissima, e a recitarlo con questo spirito e devozione.
Papa Benedetto XVI invita a riscoprire la forza e l’attualità del rosario oltre alla sua funzione di farci ripercorrere il mistero dell’incarnazione e della resurrezione del Figlio di Dio:
«Il santo rosario non è una pratica del passato come orazione di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Al contrario, il rosario sta sperimentando una nuova primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amore che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a porre Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva. Quando si recita il rosario si rivivono i momenti importanti e significativi della storia della salvezza; si ripercorrono le varie tappe della missione di Cristo. Con Maria si orienta il cuore al mistero di Gesù. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle nostre città, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria. (…). Il rosario, quando è pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in sé la potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria. Il rosario, quando non è meccanica ripetizione di formule tradizionali, è una meditazione biblica che ci fa ripercorrere gli eventi della vita del Signore in compagnia della Beata Vergine, conservandoli, come Lei, nel nostro cuore».
Per Papa Francesco «Il rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi… è la preghiera del mio cuore».
Queste parole, vergate a mano il 13 maggio 2014, festa della Madonna di Fatima, rappresentano l’invito alla lettura posto all’inizio del libro “Il rosario. Preghiera del cuore”.
Padre Amorth così conclude la sua introduzione, sottolineando l’assoluta centralità della Madonna nella lotta contro il Male che egli come esorcista ha personalmente condotto, e che in una prospettiva universale rappresenta la più grande sfida che il mondo moderno ha davanti a sé.
«(…) Dedico questo libro al Cuore Immacolato di Maria, da cui dipende l’avvenire del nostro mondo. Così ho capito da Fatima e da Medjugorje. La Madonna già nel 1917 a Fatima ha annunciato il finale: «Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà».
(Fonte medjugorje.altervista.org)