Il racconto di Carlo Conti: “Ho pregato in ospedale”
Carlo Canto, uno dei volti più noti della tv, si racconta attraverso questa intervista pubblicata su Toscana oggi e condivisa da AgenSir
Ecco come sta
“Bene, diciamo che ho ripreso al 99,9 per cento! È stata una brutta disavventura che ho superato con il supporto di medici e infermieri straordinari dell’ospedale fiorentino di Careggi. Mi sono fatto una settimana di ospedale per precauzione, perché iniziavano a essere interessati i polmoni.
Il virus è subdolo, arriva quando meno te lo aspetti e non riesci a capire neppure dove lo hai preso: però c’è, esiste eccome e si diffonde in maniera molto rapida, dunque bisogna stare attenti.
In questa seconda fase, a differenza della prima, tutti abbiamo tra parenti, amici e conoscenti qualcuno che lo ha contratto e anche gli scettici credo abbiano capito.”
Ha pregato
“Nella settimana all’ospedale ho rafforzato certe convinzioni: quanto la salute e la nostra vita siano una ricchezza, quanto siano importanti la famiglia e certi valori, quanto sia importante, nei limiti del possibile, guardarsi sempre indietro e aiutare gli altri.
Mi sono accorto che nei momenti del bisogno si prega sempre più del normale: anch’io l’ho fatto e mi sono trovato con piacere a pregare non solo per me ma anche per altri malati che erano ricoverati.”
L’augurio
“L’augurio è quello della salute, la prima grande ricchezza, e poi la serenità che, attenzione, non è la felicità ma una cosa ben diversa e molto più importante.
Infine, l’augurio di poterci tornare ad abbracciare quanto prima nel 2021, un gesto così apparentemente quotidiano e insignificante al quale non davamo più la grande importanza che invece ha. Dobbiamo sempre più renderci conto dell’importanza dei piccoli gesti e dei rapporti umani.”