La Città della Conoscenza e dell’Innovazione presto sarà una realtà: da opera incompiuta a grande progetto…
Il progetto comprende, all’interno di una grande spettacolare opera architettonica, un insieme di iniziative uniche e complementari, che rappresenteranno un unicum in Italia
(Articolo di Massimiliano Casto) Sarà presto realtà il progetto della “Città della Conoscenza e dell’Innovazione”, ideata e fortemente voluta dalla professoressa Antonella Canini, Ordinaria di Botanica presso il Dipartimento di Biologia e Direttrice dell’Orto
Botanico dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Il progetto si fonda sulle orme di una struttura avveniristica: la “Vela”. Si tratta di un’imponente costruzione, alta decine di metri e visibile praticamente da ogni angolo dell’area orientale di Roma, nel tratto della Roma-Napoli che costeggia Tor Vergata: messa in cantiere in vista dei Mondiali di nuoto del 2009, prevedeva un’intera cittadella dello sport, da realizzare per incentivare lo sviluppo urbano di quella fetta di città, stile villaggio
olimpico. Da allora il progetto è però rimasto un bel sogno, con un’opera (la vela)
rimasta a metà, fino alla brillante intuizione della professoressa Antonella Canini che
ha pensato alla Città della Conoscenza e dell’Innovazione.
Tale progetto prevede il riuso – a fini didattici, di ricerca e trasferimento tecnologico, di divulgazione scientifica e di intrattenimento, oltre che sportivi ed espositivi – della struttura
incompiuta dell’ex Città dello Sport progettata dall’Ing. Santiago Calatrava nell’area
dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il progetto comprende, all’interno
di una grande spettacolare opera architettonica, un insieme di iniziative uniche e
complementari, che rappresenteranno un unicum in Italia e attraverso le quali la
ricerca scientifica potrà svilupparsi interagendo con l’ambiente e la città, all’interno
di un parco di 160 ettari che sarà un catalizzatore a livello internazionale per milioni
di cittadini-clienti-consumatori.
Di questo grande progetto, che a breve finalmente vedrà la luce diventando un fiore
all’occhiello non solo per la città di Roma ma per l’intera nazione, abbiamo parlato
con la professoressa Canini, che tanto si è spesa per esso, assieme al suo grande
gruppo di lavoro e ai suoi collaboratori.
Professoressa Canini quali ritiene siano i vantaggi economico-sociali di questo
straordinario progetto?
Il progetto “Città della Conoscenza e dell’Innovazione” per la sua natura vocata
all’innovazione e alla multidisciplinarità permette di affrontare i temi attuali come: i
cambiamenti climatici, la conservazione della biodiversità, la necessità di un sistema
di biomedicina territoriale in risposta alle nuove pandemie, l’economia circolare, le
energie rinnovabili, turismo e accoglienza, le nuove tecnologie didattiche e
scientifiche legate alla realtà aumentata. Tutti questi temi caratterizzano i presupposti
sui quali i nostri migliori laureati potranno mettersi a lavorare per generare
innovazione e sviluppo sulle quali le aziende del Paese potranno investire. Il Progetto
genera a regime nuove risorse legate a questi temi quantificabili intorno a 65 milioni
di euro per la vela dedicata alla Città della Conoscenza e 160 milioni di euro per la
Vela dedicata all’Innovazione. La redazione di un business plan ha permesso di
quantificare il break even, qualora ci fosse un intervento di risorse a prestito, già a 3-5
anni. Tali vantaggi sono al netto degli interventi di riqualificazione dell’area e completamento della struttura. Inoltre la realizzazione di una nuova facoltà di Scienze
permetterà di avere una sede dove i nostri studenti potranno finalmente avere una
Formazione didattica innovativa e in linea con i tempi.
La Città della Conoscenza e dell’Innovazione come potrà aiutare efficacemente a
produrre risultati ottimali per la società?
L’area diventerebbe il fulcro di uno sviluppo territoriale, scientifico e di attrazione
per la crescita della società civile in termini di sicurezza. Quello che noi vogliamo
creare è un sistema che può essere a disposizione per la fruizione cittadina e non, e un
propulsore di innovazione e sviluppo per il sistema Paese in termini di cultura e
tempo libero. Il polo è fruibile in termini di opportunità non solo dalle zone limitrofe
ma in un contesto nazionale e internazionale. Per come è concepito esso ha tra le
finalità la generazione di una rete i cui flussi sono biunivoci e dove tutti settori
collegati allo sviluppo e le Istituzioni possono a loro volta interagire ottimizzando
una crescita nei vari settori oggi più emergenti che mai.
Si legge spesso di investitori privati che cercano infrastrutture, ma c’è carenza di
opportunità. La realizzazione della Città della Conoscenza e dell’Innovazione
potrebbe offrire una soluzione?
Il nostro progetto è stato presentato a vari investitori americani, cinesi, sud coreani,
inglesi che hanno immediatamente visto segmenti specifici in cui operare per
sviluppare tecnologie. SI può in questo modo raggiungere una sinergia tra accademia
e aziende dove forse per la prima volta il filo conduttore è la programmazione di uno
sviluppo tecnologico in cui la ricerca ha il ruolo di driver.
Forse oggi più che mai le città devono diventare parte di un sistema ambientale,
economico e produttivo integrato con aree protette, zone boschive, montane e
agricole. Lei cosa ne pensa? Il suo meraviglioso progetto rispecchia questa
prospettiva?
La Vela 1 è interamente dedicata alla conservazione della biodiversità attraverso un
sistema in cui le energie rinnovabili forniscano quanto necessario. I luoghi ampi della
Vela costituiranno ambienti segmentatili in cui si potranno organizzare modelli per
aumentare la resilienza degli ecosistemi verso i cambiamenti climatici. Questo
ambiente sarà connesso con le attività dell’Orto Botanico del Dipartimento di
Biologia già oggi impegnato in attività di recupero e valorizzazione di aree in
pericolo e la realizzazione di modelli di economia circolare. La Città della
Conoscenza si propone come un esempio virtuoso di verde urbano in città facendosi
promotore di temi legati all’importanza degli ecosistemi naturali per la sopravvivenza
dell’umanità. In questo anno abbiamo avuto un chiaro esempio di come sia
importante l’equilibrio tra natura e uomo e quanto nonostante tutto la natura sia in
grado ancora di reagire. E’ urgente individuare una strategia politica univoca per
intervenire con azioni mirate e consentire la diminuzione delle emissioni,
diminuzione degli inquinanti, la generazione di Città Green connesse digitalmente
con Paesi periferici integrati con le città metropolitane, ecc.
Quali sono a suo avviso le potenzialità della città della conoscenza e
dell’Innovazione in termine di occupazione?
Il progetto genera a regime 14000 nuovi posti di lavori dei quali 2800 più
strettamente legati alle attività di ricerca e il resto come occupazione indiretta dovuto
da indotto generico e di innovazione. Con i primi possiamo valorizzare il nostro
capitale umano formato dalle nostre università che spesso è costretto a emigrare e
produrre i benefici della sua formazione nei Paesi ospitanti. Diventa quindi una
fucina propositiva di nuovi incubatori multidisciplinari ciascuno dei quali potrà
essere collegato ai segmenti di interesse. Il resto dell’occupazione è comunque
pensata per giovani innovatori e con la volontà di crescere.
E cosa significherà per la città di Roma la realizzazione di un progetto simile?
La realizzazione di questo progetto, in rete con altre strutture simili a livello
internazionale, fungerà da attrattore turistico permettendo una crescita economica e di
fruizione della Città di Roma ricca di Storia e di Scienza. Roma in questo modo
potrebbe diventare un modello di Città Green e risalire nelle graduatorie nazionali e
internazionali per servizi e ambiente, cultura e tempo libero. Con la realizzazione
della metrorail, parte integrante del progetto, si avrebbe anche la possibilità di
mettere a servizio una tecnologia sostenibile e unire la periferia di Roma e castelli
con il centro della città. Per la prima volta in Italia abbineremmo un Monumento
architettonico che porta la firma dell’Ing. Arch. Santiago Calatrava, già di per sé
modello di attrazione a livello internazionale, con un contenuto altamente tecnologico
e moderno fruibile da Accademia, Aziende, Cittadini tutti.
Professoressa Canini, pochi giorni fa ha ricevuto il prestigioso ed ambito premio
Angi 2020. Cosa rappresenta per lei un simile riconoscimento?
E’ un riconoscimento che mi ha riempito di gioia e allo stesso tempo emozionato, che
dedico a tutto il grande gruppo di lavoro che con me ha lavorato in questi 6 anni
spesso in silenzio e solitudine. Allo stesso tempo sono grata al Presidente Gabriele
Ferrieri che ha voluto inserire il progetto tra agli “Oscar dell’Innovazione”
riconoscendone l’eccellenza in ambito scientifico, culturale e digitale. Sono molto
grata alle Istituzioni Territoriali e Governative, che hanno apprezzato il progetto, e
conferma quanto fa parte del mio carattere che le intuizioni vanno perseguite con
caparbietà e passione, e spesso difese soprattutto nei momenti difficili. E’ un
messaggio che voglio far arrivare ai più giovani!