RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO GIOVEDI’ – “Nella tribolazione ti abbiamo cercato”: il quotidiano anelare al Signore sarà fecondo, se accompagnato da una fiducia sincera e cordiale in Dio che è capace addirittura di risuscitare quelli che “giacciono nella polvere”. Il profeta paragona la ricerca di Dio ad “una donna incinta che sta per partorire, si contorce e grida nei dolori, così siamo stati noi di fronte a te, Signore”. Immagine drammatica, ma allo stesso tempo speranzosa. Quando le fatiche del parto si concludono, la donna dimentica il dolore. Così siamo dinanzi a Lui: tante volte la ricerca è dolorosa, travagliata, ma quando avviene l’incontro tutto diventa sereno: “Signore, ci concederai la pace, poiché tu dai successo a tutte le nostre imprese”.
Gesù si proclama punto di riferimento e ristoro per tutti coloro che sono affaticati e oppressi; e poiché nessuno vive senza un qualche giogo (magari solo la propria presunzione), quello del Maestro risulterà infinitamente più “dolce”. L’insegnamento del Vangelo di oggi, non deve deviarci dal suo significato autentico. Questa parola non invita a diventare sdolcinati come i gelati, i quali pur essendo gustosi e rinfrescanti, ristorano per qualche momento e poi tutto svanisce. Ma imparare a portare costantemente nella propria vita l’insegnamento di Gesù, rinnegando se stessi (cioè il peccato), e affrontando alla luce del Vangelo le prove della vita. “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. “Mite” è l’atteggiamento lineare, coraggioso ma non violento; misericordioso, pronto al perdono ma nello stesso tempo severo ed esigente di Gesù nei confronti degli uomini. Mentre l’atteggiamento “umile” indica l’obbedienza docile alla volontà del Padre. Vogliamo cambiare rotta seguendo l’insegnamento del Signore, oppure vogliamo illuderci -per sentirci meglio-, con la “spiritualità del gelato”? a cura di don Salvatore Lazzara