Il 24 agosto del 1939, Papa Pio XII pronuncia alla radio la frase simbolo del suo pontificato: Nulla è perduto con la pace; tutto può essere perduto con la guerra.
PER NON DIMENTICARE LA VERITA’ – Pio XII qualche mese prima dello scoppio della seconda guerra mondiale lanciò al mondo ed ai suoi governanti, un radiomessaggio molto intenso. Il Pontefice, supplicava nel nome di Dio tutti gli uomini di buona volontà, ad imboccare la strada della pace, nonostante la guerra sembrava ormai l’epilogo di un disegno già stabilito. Purtroppo le sue parole rimasero inascoltate. La guerra mondiale scoppiò con violenza mietendo milioni di vittime. L’umanità uscirà da quel conflitto armato sconfitta. Agli orrori della guerra si aggiunsero violenze a danno del popolo ebraico, il quale pagò un prezzo altissimo in termini di vite: furono uccise più di 6 milioni di persone, considerate dal regime nazista nemmeno degne di diritti. La storia per gli attuali politici non è maestra di vita. Le parole di Papa Pacelli, risuonano profetiche anche per il nostro tempo, coperto dalle nubi intolleranti dell’odio che si addensano minacciose sul destino dell’umanità:Il 18 ottobre del 1967 Papa Paolo VI apriva il processo diocesano per la causa di beatificazione e canonizzazione di Papa Pio XII. Si è purtroppo un po’ fermato! Preghiamo insieme con fiducia perché questa istanza nella Chiesa possa riprendere velocemente, anche per vedere Santo un Papa straordinario, troppe volte attaccato ingiustamente!
“Imminente è il pericolo, ma è ancora tempo. Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e con rispetto dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un onorevole successo. […] Faccia l’Onnipotente che la voce di questo Padre della famiglia cristiana, di questo Servo dei servi, che di Gesù Cristo porta, indegnamente sì, ma realmente tra gli uomini, la persona, la parola, l’autorità, trovi nelle menti e nei cuori pronta e volenterosa accoglienza. Ci ascoltino i forti, per non diventar deboli nella ingiustizia. Ci ascoltino i potenti, se vogliono che la loro potenza sia non distruzione, ma sostegno per i popoli e tutela a tranquillità nell’ordine e nel lavoro.
Noi li supplichiamo per il sangue di Cristo, la cui forza vincitrice del mondo fu la mansuetudine nella vita e nella morte. E supplicandoli, sappiamo e sentiamo di aver con Noi tutti i retti di cuore; tutti quelli che hanno fame e sete di Giustizia — tutti quelli che soffrono già, per i mali della vita, ogni dolore. Abbiamo con Noi il cuore delle madri, che batte col Nostro; i padri, che dovrebbero abbandonare le loro famiglie; gli umili, che lavorano e non sanno; gli innocenti, su cui pesa la tremenda minaccia; i giovani, cavalieri generosi dei più puri e nobili ideali. Ed è con Noi l’anima di questa vecchia Europa, che fu opera della fede e del genio cristiano. Con Noi l’umanità intera, che aspetta giustizia, pane, libertà, non ferro che uccide e distrugge. Con Noi quel Cristo, che dell’amore fraterno ha fatto il Suo comandamento, fondamentale, solenne; la sostanza della sua Religione, la promessa della salute per gli individui e per le Nazioni”.
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. A cura di Massimo Francini per la Redazione Papaboys