Ci sono quasi 1300 palestinesi, in stragrande maggioranza musulmani, rifugiati nella chiesa greco-ortodossa di San Porfirio a Gaza per sottrarsi ai bombardamenti dell’esercito israeliano. Altri settecento hanno trovato rifugio presso la chiesa cattolica della Sacra Famiglia. In questi giorni la loro sopravvivenza dipende in buona parte dalle iniziative di soccorso e assistenza messe in campo da Caritas Jerusalem per dare il proprio contributo all’affronto dell’emergenza rappresentata da più di 130mila sfollati (di cui 70mila ammassati nelle scuole dell’Onu) che hanno dovuto lasciare le loro case dall’inizio dell’operazione militare israeliana “Bordo Protettivo”. Finora i morti tra i palestinesi sono oltre 700, e i presidi sanitari della Striscia non riescono a far fronte all’impressionante quantità dei feriti (più di 4mila).
“I nostri 18 operatori stanno lavorando senza sosta in quella situazione terribile, coi nostri centri medici mobili che operano nelle scuole e distribuendo kit di sopravvivenza alle famiglie ammassate nelle scuole, in collaborazione con l’Onu” riferisce all’Agenzia Fides padre Raed Abusahliah, direttore di Caritas Jerusalem. “Da ieri – aggiunge il sacerdote palestinese residente a Ramallah -abbiamo preso per una settimana la responsabilità dei rifugiati presenti nella chiesa ortodossa e nella scuola cattolica. Distribuiamo cibo e pasti caldi, latte e beni di prima necessità per i bambini, carburante per i generatori elettrici. Intanto, con Caritas Internationalis, abbiamo lanciato un appello per progetti e iniziative a lungo termine da avviare immediatamente dopo il cessate il fuoco. Serviranno fondi per un milione 130mila euro. Ma già vedo arrivare adesioni da tutto il mondo, e anche in Terra Santa soprattutto i giovani danno offerte alla Caritas per i fratelli di Gaza. E’ un flusso ininterrotto”.
Sabato e domenica prossima in tutte le parrocchie di Giordania, Palestina e Israele si pregherà per il ritorno della pace e ci saranno raccolte fondi a favore della gente di Gaza. “ A questo proposito – dichiara p. Raed – rivolgo un umile appello a Papa Francesco: convochi una veglia di digiuno e preghiera per la pace in Terra Santa, come ha fatto per la Siria. Tutti i popoli che abitano questa terra, la terra di Gesù, sono stanchi di vivere nella paura e nel dolore”.
A cura di Redazione Papaboys