Questa mattina è entrata in vigore una tregua di dodici ore tra Israele e Hamas. Nessun accordo, invece, per un cessate il fuoco di più lunga durata proposta dal Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e il Segretario di Stato americano John Kerry. E mentre oggi a Parigi la comunità internazionale si riunisce per affrontare la crisi, il bilancio delle vittime è di 879 palestinesi e 37 soldati israeliani uccisi. Il servizio di Graziano Motta della radio Vaticana:
Ha avuto appena inizio una tregua umanitaria di 12 ore nella striscia di Gaza, una boccata di ossigeno per la popolazione stremata dal conflitto sempre più devastante, ma accompagnata da alcuni avvertimenti israeliani. Ai miliziani è stato fatto sapere che se profitteranno del cessate il fuoco per colpire dei soldati, o riprenderanno a lanciare missili, scatteranno subito delle rappresaglie. A quei civili a cui è stato chiesto di lasciare le case, è stato raccomandato di non farvi ritorno in quanto proseguirà la ricerca di tunnel, depositi di armi e basi offensive. L’intento di eliminarli tutti è la ragione per cui il governo israeliano ha rifiutato la tregua di sette giorni proposta dal segretario generale dell’ONU e dal segretario di Stato americano che ieri sera, in una conferenza stampa al Cairo, hanno assicurato che continueranno gli sforzi “per dare alle parti la possibilità di fermare la violenza” . Così stamane a Parigi si troveranno, ospiti del ministro degli esteri francese, i suoi colleghi americano Kerry, della Gran Bretagna, di Germania, Italia, Turchia e diplomatici del Qatar, impegnati in una mediazione.
La scorsa notte sono proseguiti sia i lanci di missili sul territorio dello stato ebraico sia i combattimenti a Gaza. Hanno perso la vita otto civili palestinesi , fra cui quattro bambini, e 20 altri sono rimasti feriti in un raid israeliano su Khan Younis; in scontri con miliziani sono rimasti uccisi altri quattro soldati israeliani. Al di fuori di Gaza altri sette palestinesi sono morti ieri, e un centinaio feriti, nella “giornata della collera” a Gerusalemme e in varie località della Cisgiordania segnata da violentissimi scontri con polizia e soldati al termine delle preghiere del venerdì nelle moschee. E manifestazioni anti-israeliane si sono svolte anche in molte parti del mondo. Tuttavia su Internet si levano pure molte voci che invocano coesistenza e pace.
A cura di Redazione Papaboys fonte Radio Vaticana