“Cercate il Signore e confortatevi”. Quest’ultimo verbo è stato ripreso dal testo greco; il testo latino dice: confermatevi, e altri testi ancora: corroboratevi.
Al Signore si dice: “Tu sei la mia fortezza: conserverò presso di te la mia fortezza”.
Quando ci avviciniamo a Cristo Risorto con la preghiera umile e fiduciosa, Egli illumina i nostri dubbi, e dona forza al nostro cuore, che non riesce ad amare la sua volontà.
La luce della parola di Dio ci fa vedere quello che dobbiamo operare, e quello che dobbiamo evitare, in modo che possiamo realizzare le opere buone, nella misura della forza che abbiamo:“avvicinatevi a Lui e sarete illuminati, poi continua: cercate sempre il suo volto”. Il volto di Dio è la presenza di Dio nella nostra vita.
La Sacra Scrittura fa uso di espressioni simili, per incoraggiare il nostro cuore ad aprirsi a Dio, il volto, come anche il corpo, significa la persona. “per me il mio bene è stare vicino a Dio”. “sempre” si riferisce alla durata della vita sulla terra.
Due forze operano contemporaneamente nel tuo cuore: la testimonianza della fede vissuta ti fa trovare Dio, la speranza di vivere sempre insieme con Gesù Risorto, te lo fa cercare ogni giorno con un desiderio più grande.
Se la Sacra Scrittura dice: cercate il Signore, vuol dire che possiamo trovarlo.
Sant’Agostino dice riguardo a questo riferendosi al Signore: non mi cercheresti, se non mi avessi già trovato.
Insistente poi è l’esortazione a lasciare il peccato, per poter trovare Dio: “l’empio abbandoni la sua via, e l’uomo iniquo desista dai suoi pensieri”. Anche il peccatore incallito, che viene chiamato empio e uomo iniquo, può lasciare la strada cattiva, e cercare il Signore. In qualunque situazione ci troviamo, possiamo sempre cambiare vita, e diventare figli di Dio.
San Paolo dice che per mezzo della pazienza aspettiamo che il Signore venga a noi. San Giovanni poi afferma: “Noi sappiamo che, quando sarà apparso, saremo simili a Lui, perché lo vedremo cosi come Egli è”.
Anche in Cielo continueremo a cercarlo e a ricercarlo senza fine, cosi l’amore diventerà sempre più profondo, la nostra gioia sarà sempre più grande. A volte noi diciamo a una persona: io non vengo a cercarti, nel senso che non ti amo.
Nessuno può cercare e trovare Dio, se non lo fa nella Chiesa e attraverso la Chiesa.
Penso che sia più giusto per te, ascoltare Papa Francesco: sarebbe bello oggi domandarci com’è il segno di appartenenza che noi abbiamo alla Chiesa: il sentire con la Chiesa, sentire nella Chiesa». Infatti, ha proseguito, «il cristiano non è un battezzato che riceve il battesimo e poi va avanti per la sua strada». Non è così, perché «il primo frutto del battesimo è farti appartenere alla Chiesa, al popolo di Dio». Dunque, ha precisato, «non si capisce un cristiano senza Chiesa. Per questo il grande Paolo VI diceva, che è una dicotomia assurda amare Cristo senza la Chiesa; ascoltare Cristo ma non la Chiesa; stare con Cristo al margine della Chiesa. È una dicotomia assurda». Infatti, ha aggiunto Papa Francesco, «il messaggio evangelico noi lo riceviamo nella Chiesa e la nostra santità la facciamo nella Chiesa. La nostra strada è nella Chiesa». L’alternativa, ha detto «è una fantasia» o, come diceva Paolo VI, «una dicotomia assurda». Quando c’è l’ubbidienza a Cristo, c’è anche l’ubbidienza alla Chiesa.
Il superamento di tutto quello che ti chiude il cammino verso Dio, è possibile in qualsiasi momento tu lo voglia.
Le tentazioni del demonio e le fragilità che tendono a trascinarti indietro, non solo non scompaiono mai, ma, con gli anni, aumentano di numero e di intensità.
Il Signore Gesù ci ha presentato il cammino della Grazia che giunge fino a te.
Il Padre Celeste dispone di tutti i beni che noi abbiamo perso, quando abbiamo peccato. “Padre, tutto quello che è tuo è mio, e tutto quello che è mio, è tuo”.
Quindi tutto quello che ci occorre per superare le tentazioni e le esigenze delle nostre fragilità, si trova in quello che Gesù Risorto decide per noi. Con una immagine plastica, l’Apostolo dice: “lo Spirito Santo prende dal Figlio e lo dà a noi”. Questa è “l’amministrazione” della Salvezza della SS.ma Trinità.
È necessario quindi, che noi facciamo delle riflessioni sulla parte opposta: cioè sulle tentazioni, sulla mentalità atea del mondo, e sul dinamismo di satana.
La tentazione è un suggerimento che viene dato all’uomo e alla donna, perché prenda la decisione di volere qualcosa che Dio ha proibito loro. Possiamo dire perciò, che la tentazione incita la nostra volontà a volere quello che Dio non vuole.
Da dove arriva questo suggerimento? San Giovanni dice che la tentazione nasce dalla concupiscenza degli occhi – la curiosità – dalla concupiscenza della carne, e dalla superbia della vita.
Queste tre concupiscenze San Giovanni le chiama: concupiscenze del mondo.
Da dove hanno origine le concupiscenze del mondo?, da satana, San Giovanni lo chiama il maligno, e Gesù lo chiama il padre della menzogna; infatti convince gli uomini e le donne che Dio non esiste, il peccato soddisfa le esigenze che Dio ha creato, e soprattutto la libertà di decidere quello che è buono e quello che non lo è.
La menzogna falsifica i pensieri e le convinzioni, la malizia inquina la volontà, nel senso che le fa volere il male, e nasconde la verità di satana: l’esistenza è l’unico bene che egli possiede.
Perché la tentazione arrivi a te, è necessario che tu le apra una strada: il disinteresse nei confronti della parola di Dio, cioè la mancanza della meditazione, unita alla preghiera scarsa e distratta, le imprudenze che aprono il cuore ad accogliere la tentazione, infine la mancanza di opere buone, cioè la mancanza dell’amore al prossimo.
La tentazione quindi comincia quando tu perdi la serenità, la pace e la gioia dello spirito.
Come si affaccia la tentazione?, si affaccia dalla finestra attraverso la quale è entrato nel tuo cuore l’orgoglio, e il desiderio di soddisfare il piacere della carne che Dio ha proibito.
Come sollecita satana l’orgoglio? Piccole cose insignificanti: una incomprensione da parte della persona che ami, un atteggiamento offensivo da parte di qualcuno, e cose simili.
Quando il tuo orgoglio viene ferito, tu cominci a ragionare in maniera sbagliata. I tuoi pensieri diventano severi e confusi. La luce della fede si spegne, il cuore è diventato duro e insensibile, per cui non riesci ad accogliere in quello che ti ha ferito, la volontà di Dio. Non compi più i tuoi doveri verso Dio, la preghiera viene completamente messa da parte, le tue parole e sentimenti hanno tutt’altro che l’amore cristiano. Il rapporto con Dio viene cosi rotto, e nei riguardi del prossimo ci sono soltanto risentimenti, oppure interessi impuri da conquistare.
La tentazione si sviluppa in te col passare del tempo. Lo Spirito Santo, con un lampo della sua Grazia, illumina la tua coscienza e ti suggerisce di reagire.
Nella tua coscienza si accende cosi la lotta tra il bene e il male.
In questa lotta, due sono le cose: o preghi il Signore che dia forza alla tua volontà debole, oppure rinunzi a lottare, per cui acconsenti alla malizia che è emersa.
Emergono così tutte le debolezze che ti porti appresso: la golosità, la critica, la gelosia, l’invidia, e la pigrizia che ti fa perdere il tempo utile per compiere i tuoi doveri.
Nella fantasia tornano come un documentario a colori, gli affetti vecchi e nuovi, e il ricordo di peccati commessi nel clima di certi divertimenti. Emerge tutta la melma che avevi sommerso con la conversione, però non l’avevi distrutta completamente. Cosi comincia il cammino della fuoriuscita: esci prima da te stesso, dalla volontà di Dio, dalla Chiesa di cui fai parte, e cosi il miraggio del peccato comincia ad attirarti in forma irresistibile. La vecchia fiamma si riaccende nel cuore, e i sensi diventano roventi per la passione. Un ultimo baluardo vene facilmente abbattuto: non mi vede nessuno. Cominci a girarti e a rigirarti in questi tuoi pensieri. I ricordi di quelle ore in cui hai goduto intensamente il piacere più umiliante e più vergognoso agli occhi di Dio, diventa vivo. L’affettività morbosa accende il desiderio del cuore, il piacere sessuale diventa una esigenza irresistibile. satana in questo momento è diventato padrone di gestire il tuo comportamento come vuole. Ti apre una strada nuova: la sua, quella che ti porta all’inferno. Il momento più insidioso della tentazione è all’inizio, quando in te inizia lo scontro tra il bene e il male. Una tentazione non è mai uguale all’altra, anche quando sembrano essere uguali. Per ogni tentazione, il demonio adotta una tecnica diversa.
Se vuoi uscire fuori dalla melma in cui ti sei imbranato, rivolgiti alla Mamma Celeste e riprendi subito la strada della conversione con la meditazione, la preghiera e l’aiuto del padre spirituale.
Riflessione di Don Vincenzo