Papa Francesco parla ai giovani riuniti a Medjugorje
“Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Le parole del giovane ricco di cui parlano i Vangeli sinottici (cfr Mt 19,16-22; Mc 10,17-22; Lc 18,18-23), lui che “si mise in cammino, anzi, corse incontro al Signore, per avere in eredità la vita eterna, cioè la felicità”, sono il tema-guida del Festival dei Giovani in corso a Medjugorje fino al 6 agosto.
Ai partecipanti del Mladifest giunge il saluto di Papa Francesco che dal tema del festival prende spunto indicando subito la via: “È una parola – spiega – che ci pone davanti al Signore; e Lui fissa il suo sguardo su di noi, ci ama e ci invita «Vieni! Seguimi!» (Mt 19,21)”.
Si tratta di una “settimana di preghiera e di incontro con Gesù Cristo, in particolare nella sua Parola viva, nell’Eucaristia, nell’adorazione e nel sacramento della Riconciliazione”, che ha la forza di “mettere in cammino verso il Signore”. E allora questo giovane del Vangelo di cui non sappiamo il nome ma conosciamo l’animo, diventa l’emblema di tutti coloro che partecipano a questo evento.
Lui, ricorda il Papa, “educato e ben istruito”, era animato da una “sana inquietudine che lo spinge a cercare la felicità vera, la vita in pienezza”, per questo si mette in cammino e in Gesù Cristo trova una guida “autorevole, credibile e affidabile” che “lo indirizza a Dio, che è l’unico e sommo Bene da cui viene ogni altro bene”. La vita eterna, il bene a cui anela, non è certo un bene materiale da conquistare con le ” proprie forze”, bensì attraverso tappe da percorrere che Francesco indica ai giovani.
Le tappe verso la vita eterna: amare il prossimo
La prima tappa da percorrere, indicata da Gesù, è “l’amore concreto al prossimo”, ma non quello dato dall’osservanza dei precetti, ma un amore “gratuito e totale”. Gesù infatti si accorge del “desiderio di pienezza che il giovane porta nel cuore”, ma anche del suo “punto debole”, che è l’attaccamento ai “molti beni materiali”. Per questo, come seconda tappa, “gli propone di passare dalla logica del ‘merito’ a quella del dono”:
«Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo» (Mt 19,21). Gesù cambia la prospettiva: lo invita a non pensare ad assicurarsi l’aldilà, ma a dare tutto nella vita terrena, imitando così il Signore. È la chiamata a una maturazione ulteriore, a passare dai precetti osservati per ottenere ricompense all’amore gratuito e totale. Gesù gli chiede di lasciare quello che appesantisce il cuore e ostacola l’amore. Quello che Gesù propone non è tanto un uomo spoglio di tutto, quanto un uomo libero e ricco di relazioni.
Se il cuore è affollato di beni, spiega infatti il Papa, il Signore e il prossimo diventano soltanto “cose”, perchè il “troppo avere e il troppo volere” ci soffocano, “ci rendono infelici e incapaci di amare”.
Da qui la terza tappa che Gesù propone al giovane, e che è una scelta radicale: “Vieni! Seguimi!”. Si tratta di “essere discepoli di Gesù”, che – spiega il Papa nel suo Messaggio – significa non imitarlo esteriormente ma “conformarsi a Lui “nel profondo”, ricevendo in cambio “una vita ricca e felice, piena di volti di tanti fratelli e sorelle, e padri e madri e figli” come dice il Vangelo:
Seguire Cristo non è una perdita, ma un incalcolabile guadagno, mentre la rinuncia riguarda l’ostacolo che impedisce il cammino. Quel giovane ricco, però, ha il cuore diviso tra due padroni: Dio e il denaro. La paura di rischiare e di perdere i suoi beni lo fa tornare a casa triste
Legarsi a Cristo per essere felici: dire sì senza riserve
Triste dunque perchè “non ha trovato il coraggio di accogliere la risposta, che è la proposta di “slegarsi” da sé stesso e dalle ricchezze per “legarsi” a Cristo, per camminare con Lui e scoprire la vera felicità”. Ecco allora quelo che il Papa, traendo spunto dal Vangelo chiede ai giovani che in questa settimana vorranno fare un cammino interiore:
Abbiate il coraggio di vivere la vostra giovinezza affidandovi al Signore e mettendovi in cammino con Lui. Lasciatevi conquistare dal suo sguardo di amore che ci libera dalla seduzione degli idoli, dalle false ricchezze che promettono vita ma procurano morte. Non abbiate paura di accogliere la Parola di Cristo e di accettare la sua chiamata. Non scoraggiatevi come il giovane ricco del Vangelo; invece, fissate lo sguardo su Maria, il grande modello dell’imitazione di Cristo, e affidatevi a Lei che, con il suo «eccomi», ha risposto senza riserve alla chiamata del Signore.
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Maria modello per la vita di tutti noi
Maria, alla cui materna intercessione il Papa affida i giovani presenti al Festival, sia dunque la fonte della “forza” cui attingere dire il nostro “eccomi”, ma anche modello per “portare Cristo al mondo” e per “trasformare la nostra vita in un dono per gli altri”. Come Lei sforziamoci, chiede il Papa, ad essere attenti agli altri e a scoprire nella volontà di Dio “la nostra gioia” accogliendola anche se non è facile ma nella certezza che “ci rende felici”.
Sì, la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia
Fonte Vatican News – Gabriella Ceraso
40 anni insieme con Maria
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