Papa Francesco la carezza ai detenuti
Papa Francesco ha incontrato a Casa Santa Marta un gruppo di detenuti ed ex detenuti che stanno scontando o hanno scontato la loro pena all’interno di strutture della Comunità di don Benzi.
(di Benedetta Capelli)
Papa Francesco sceglie di sentire la loro voce e li ringrazia delle testimonianze offerte, spesso dure e faticose. Ricorda, in un video indirizzato ai detenuti che non sono presenti, che è importante camminare da soli o pure chiedendo la mano di qualcuno, bussando alla porta anche se si vive lo smarrimento e non si sa dove andare. “E’ il Signore che ti dà l’opportunità – afferma – e ti fa fare un passo”.
La strada da fare
“L’importante, nella vita, è camminare – sottolinea il Papa – essere in strada”. C’è chi non vede la direzione e nemmeno la via, c’è “gente parcheggiata” da aiutare, con il “cuore parcheggiato” nel quale non entra l’inquietudine che ti fa muovere. “Ci muoviamo ma come in un labirinto, non troviamo la porta di uscita, la strada e andiamo lì, girando e girando dentro le cose senza uscirne”.
Tutti sbagliamo nella vita, prosegue Francesco, “ma l’importante è non rimanere sbagliati”. Cita un canto degli Alpini che invita a non restare per terra, una volta che si è caduti. Rialzarsi anche grazie a chi aiuta a risollevarsi, senza mai guardare dall’alto in basso chi è caduto, perché “è indegno”. “Tante volte noi nella vita troviamo una mano che ci aiuta a sollevarci: anche noi dobbiamo farlo con gli altri: con l’esperienza che noi abbiamo, farlo con gli altri”.
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Esperienza contagiosa
Prima di salutare invita a mettere a frutto quanto vissuto per generare il bene vero:
Io mi auguro che la vostra esperienza sia feconda, che sia come il seme, che si semina e poi cresce, cresce… Che sia come una malattia buona: si contagia. Un’esperienza contagiosa. E che sia liberatrice, che apra delle porte a tanta gente che ha bisogno di vivere l’esperienza che voi avete vissuto.