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E’ disperazione tra i migranti anche alle porte della Polonia, con l’Europa che fa finta di non vedere

Sono circa quattromila i profughi che, al confine tra Belarus e Polonia, cercano di entrare nell’Unione Europea. Minsk avrebbe preparato un rifugio coperto ad un chilometro dalla frontiera, ma ieri la polizia polacca ha respinto con gas lacrimogeni e idranti i migranti. Caritas Polonia: diamo aiuto a tutti

Scontri sul confine

Ieri gravi scontri si sono verificati. Le forze dell’ordine polacche hanno lanciato gas lacrimogeni e usato i cannoni ad acqua per fermare i migranti, che avrebbero cercato di distruggere la recinzione alla frontiera, lanciando sassi contro i poliziotti di Varsavia. La Polonia denuncia che i profughi avrebbero ferito gravemente un agente, mentre le guardie di frontiera bielorusse erano ferme a guardare. L’Europa per ora reagisce inasprendo le sanzioni contro Minsk e finanziando Varsavia con più di 114 milioni di euro per la protezione delle sue frontiere, ma che “non dovranno essere usati per costruire i muri”.

A ridosso dell’area interessata, in cui è stato vietato l’ingresso a giornalisti e ong, operano le organizzazioni umanitarie, in particolare le Caritas. Quella italiana chiede che l’Unione Europea e gli Stati coinvolti nell’emergenza agiscano subito per trovare soluzioni anche temporanee e salvare vite umane. La parte più operativa viene svolta dalla Caritas Polonia. Dominika Chylenska, portavoce dell’organismo, racconta nell’intervista a Radio Vaticana-Vatican News, come tutte le parrocchie siano mobilitate nell’accoglienza di coloro che sono riusciti ad attraversare il confine. “Chiunque abbia bisogno di aiuto, non importa da dove venga, per noi è una persona da soccorrere. La ‘Fratelli tutti’ di Papa Francesco ci ispira in questa opera”.

L’intervista al Nunzio e l’articolo completo su Vaticannews.va 

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