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Preghiera all’Angelo Custode: ecco il significato e la potenza dell’invocazione tanto amata

Ecco perché invochiamo l’Angelo Custode

Scopri il significato e la bellezza di una delle più belle preghiere della cristianità

Il testo della preghiera:

Angelo di Dio,
che sei il mio custode
illumina, custodisci,
reggi e governa me
che ti fui affidato
dalla pietà celeste. Amen.

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Gli angeli affollano le opere d’arte con la loro grazia, la loro bellezza. Sono il soggetto onnipresente nelle chiese, nelle edicole devozionali lungo le strade, sugli spalti dei ponti. Sottolineano  la potenza e la gloria di Dio. La Vergine ne è quasi sempre circondata ˗ lei è la Regina degli angeli ˗  così come i santi sono accompagnati. Sono la rappresentazione di creature che non vediamo, ma che riempiono della loro presenza cielo e terra.

Immensa gerarchia

Gli angeli sono «mille migliaia e diecimila volte diecimila», scrive Daniele (7,10). Dionigi L’Areopagita, nel De coelesti hierarchia del V secolo e in seguito Gregorio Magno (Moralia XXXII, 38) e infine san Tommaso d’Aquino nella Summa teologhiae (capitoli VI-VII) hanno sottolineato il numero vertiginoso degli angeli, tentandone una sistemazione gerarchica. Dionigi, in particolare, spiega che tra Dio e l’uomo vi è la gerarchia celeste, costituita dal mondo angelico, in posizione intermedia fra il mondo umano e Dio, tuttavia talmente connessa all’umano, da farlo diventare esso stesso immagine del mondo angelico. La gerarchia celeste è come una sorta di Scala di Giacobbe che permette agli uomini di salire fino a Dio attraverso l’imitazione degli angeli.

Alla fine del Duecento, la Legenda Aurea del domenicano Iacopo da Varazze, indispensabile vademecum per comprendere l’iconografia medioevale, riprende tra gli altri anche san Gregorio e i Sermones di Bernardo di Chiaravalle, mentre Dante Alighieri nella Divina Commedia costruisce il suo viaggio oltremondano attraverso un paesaggio complesso popolato di angeli, rifacendosi esplicitamente allo Pseudo-Dionigi. E sempre il poeta, nel Paradiso, trasfigura la donna amata, Beatrice, proiettando in lei le funzioni angeliche di custode.

La devozione all’angelo custode

Molti scrittori e santi della Chiesa, come Agostino, Tertulliano, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Girolamo e Gregorio di Nissa hanno affermato che ciascun essere umano è dotato di un proprio  angelo. Questa affermazione fonda sulla Bibbia, dove questo rifermento è esplicito. Dio, nell’Esodo (23, 20)  dice: «Ecco, io mando un Angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato», parole ripetute nel Salmo (91, 11): «Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie». In Matteo (18,10), è Gesù stesso a parlare degli angeli custodi: «Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

Ascolta l’omelia di don Fabio Rosini:

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