Francesco prende per mano chi lo ascolta all’udienza in Aula Paolo VI, per portarlo davanti al presepe, per adorare quel Bambino e riconoscere che Lui è Dio. Lì nella contemplazione, chiedere “la grazia dell’umiltà”, unica strada per trovare davvero Gesù, per rompere le catene dell’egoismo e quelle dell’amore incondizionato e unico per se stessi.
Gli auguri di Papa Francesco per tutti
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“Signore, che non sia superbo, che non sia autosufficiente, che non creda che io sono il centro dell’universo. Fammi umile. Dammi la grazia dell’umiltà. E con questa umiltà io posso trovarti. E’ l’unica strada, eh? Senza umiltà non troveremo mai Dio: troveremo noi stessi. Perché la persona che non ha umiltà non ha orizzonti davanti, ha soltanto uno specchio: guarda sé stesso, guarda sé stesso.
Chiediamo al Signore di rompere lo specchio e guardare oltre, all’orizzonte, dove è Lui. Ma questo deve farlo Lui: darci la grazia e la gioia dell’umiltà per fare questa strada.
Gli umili
Il Papa riprende il racconto della venuta al mondo di Gesù, il Creatore dell’universo al quale “non fu concesso un posto per nascere”. Ricorda l’annuncio dell’angelo ai pastori, la stella che guidò i Magi e che portò alla “luce vera che illumina ogni uomo, che splende nelle tenebre”.
I pastori personificano i poveri d’Israele, persone umili che interiormente vivono con la consapevolezza della propria mancanza, e proprio per questo confidano più degli altri in Dio. Sono loro a vedere per primi il Figlio di Dio fattosi uomo, e questo incontro li cambia profondamente.